Giugno 2014
Uno dei regali migliori che un libro può farci è quello di sorprenderci. Kamchatka di Marcelo Figueras, giornalista e scrittore argentino, ha questa dote. Nato oltre dieci anni fa come sceneggiatura del film omonimo di Marcelo Piñero, Kamchatka è un romanzo che si rinnova ad ogni pagina, una storia che insegna, diverte, commuove, avvince, fa riflettere. Teatro della vicenda è l’Argentina post-peronista, a partire dal colpo di stato del generale Videla del 1976, che ha segnato l’inizio della sistematica eliminazione degli oppositori, i tristemente noti desaparecidos. In questo contesto, una famiglia con due figli piccoli è costretta a lasciare la propria casa e ad assumere una falsa identità per proteggersi. La loro dolorosa storia, raccontata in prima persona dal bambino più grande, è la fotografia dell’esistenza, fatta di giorni indimenticabili e di riti quotidiani, di grandi ideali e di piccoli gesti, ma soprattutto di emozioni. In questo romanzo, Figueras gioca con tutte le gradazioni dei sentimenti: esilarante in alcune pagine, drammatico in altre, ottimo sempre.
Patrizia&Giuditta 2VociX1Libro è una rubrica che nasce dall’incontro di due persone distanti per formazione ed esperienze di vita, ma unite da una grande passione per i libri e la letteratura. Due donne, Giuditta e io, che si sono conosciute leggendo l’una il blog dell’altra senza essersi mai incontrate di persona (ma intenzionate a farlo presto), due “sentire” spesso discordanti ma sempre rispettosi e aperti al confronto. Da questa complicità è nata, tra un tweet e l’altro, l’idea della rubrica. Un luogo in cui confrontarsi su un libro diverso ogni mese in modo divertente e scanzonato, senza il rigore di una recensione, ma con l’attenzione ai dettagli. Una sorta di gioco (liberamente tratto dalle famose interviste della trasmissione “Le Iene”) che vi permetterà di conoscere nuovi romanzi e sorridere un po’.
Kamchatka
Marcelo Figueras
L’asino d’oro
1. Dai un voto alla copertina e spiegalo
Voto: 7. Una copertina raffinata e riconoscibile, come tutte quelle che caratterizzano la collana Omero che l’editore L’asino d’oro dedica alla narrativa. A mio avviso il colore scelto per Kamchatka, il marrone, non rende merito alla bellezza del libro. Voto: 7. Le copertine di L’asino d’oro puntano alla piena riconoscibilità. Colori a ventaglio e lettering bianco, (bellissimo quello con il nome della casa editrice e l’asinello stilizzato!) con posti fissi sulla copertina per autore in verticale sul margine sinistro, titolo centrato in diagonale, e infine casa editrice in basso a destra. Se devo scegliere, tra i vari colori proposti per i volumi pubblicati, il marrone è quello che mi piace di meno.
2. L’incipit è…
Accattivante e diretto:
L’ultima cosa che papà mi disse, l’ultima parola che gli sentii pronunciare, fu Kamchatka.
Soggettivo ed empatico. L’io narrante si presenta con immediatezza e spinge il lettore ad essere subito dalla sua parte, fedele tacito compagno fino all’ultima pagina:
L’ultima cosa che papà mi disse, l’ultima parola che gli sentiii pronunciare, fu Kamchatka.
La ripetizione dell’aggettivo ultimo suggella il sentimento di nostalgia e affetto che è una delle note dominanti del romanzo.
3. Due aggettivi per la trama
Semplice e commovente Nostalgica e sentimentale, venata di ironia.
4. Due aggettivi per lo stile
Brillante e spesso ironico Piano e diretto. L’io narrante si rivolge spesso al lettore, annodando sempre più stretti i fili del rapporto.
5. La frase più bella
Tante, tantissime frasi belle, potenti, significative. Ne scelgo una che dedico alla mia preziosa “compagna di rubrica” Giuditta, insegnante dentro e fuori le aule scolastiche.
Un maestro è una persona che ha deciso di dedicare la vita ad accendere in altri la scintilla che hanno acceso in lui da bambino; a restituire il bene ricevuto, moltiplicandolo.
Ma mentre parlavo con quelle persone sentii che gli stavo restituendo Lucas; per tutta la durata del racconto – feci in modo di farlo durare più a lungo possibile, per ricordare anche quello che non avevo mai saputo – il tempo si mostrò integro in tutto il suo splendore e Lucas rivisse, Lucas riapparve (mi piace pensare che questa sia una storia di aparecidos), e ridemmo delle sue battute come fossero nuove, perchè narrarle le reinventava ancora una volta.
Cosa altro dovrebbe fare la letteratura?
6. La frase più brutta
In poche parole, l’Argentina ai tempi della dittatura:
Con uno stile pacato e lucido, Figueras riesce a precisare l’atmosfera cupa e funerea della dittatura argentina:Professori e studenti che sparivano dalla faccia della terra. Di alcuni si diceva che erano andati a prenderli, sempre con lo stesso modus operandi: uomini in borghese, armati fino ai denti, che circolavano su automobili non identificabili. Altri sparivano, semplicemente, e nessuno sapeva più nulla di loro. I registri delle lezioni erano pieni di assenze.
Professori e studenti che sparivano dalla faccia della terra. Di alcuni si diceva che erano andati a prenderli, sempre con lo stesso modus operandi: uomini in borghese, armati fino ai denti, che circolavano su automobili non identificabili. Altri sparivano, semplicemente, e nessuno sapeva più nulla di loro. I registri delle lezioni erano pieni di assenze.
7. Il personaggio più riuscito
Tutti i personaggi di Kamchatka sono attori perfetti che il lettore impara presto a conoscere e ad amare, come fossero vecchi amici. La mia predilezione è per i maschi della famiglia, il padre che ama giocare e vincere a Risiko, il bambino narratore e lo spassoso fratellino detto “il nano”. Tutti amati e da amare i personaggi di Kamchatka: il padre avvocato che non lascia che il figlio vinca a Risiko, la madre casalinga negata ma eccezionale come un supereroe, anche se il suo sogno nascosto sarebbe di essere la principessa di una fiaba, il Nano forza distruttrice della natura, nonna Matilde con tutti i suoi incontrastati difetti, i nonni paterni con il loro burbero affetto, Bertuccio e la sua parola magica, infine Lucas amico e confidente, guida e consolatore.
8. Il personaggio meno azzeccato
Figueras riesce a caratterizzare ogni suo personaggio in modo eccellente, nel bene o nel male. Non ce n’è uno che non sia perfetto nel suo ruolo.
La mamma di Bertuccio, con cui Figueras racconta in uno scorcio la viltà civile di una fetta degli argentini durante la dittatura. Per il lettore che simpatizzava per le sue cotolette, il tradimento di cui si macchia è intollerabile.
9 La fine è…
Toccante. Una ferita dolorosa che non si rimargina.
Intensa e struggente, come possono esserlo i finali in cui si apre uno scrigno segreto e si condivide la preziosità delle eredità sentimentali, intoccabili e immutabili.
10. A chi lo consiglieresti?
Kamchatka, oltre a essere uno splendido romanzo, è anche un testo molto istruttivo. Io ne consiglio la lettura assolutamente a tutti, studenti compresi. Lo proporrò presto a mio figlio tredicenne (amante del Risiko) che è già stato incuriosito dal titolo. A tutti. Credo che sia un libro particolarmente adatto per i ragazzi delle scuole, perché racconta una storia dolorosa con l’ingenuità e la perspicacia di un bambino di dieci anni, sapientemente mescolate alla lucidità dell’adulto che è diventato e che tira le fila dei ricordi e li analizza e interpreta, senza mai dimenticare il bambino che era.
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