Kandinskij e i Quadri

Creato il 26 aprile 2011 da Pioggiadinote

Di questi tempi sto riflettendo intorno a Kandinskij ed alle sue idee riguardo allo stretto legame tra suono e colore. Affronterò il discorso partendo da un’opera nota: la messinscena che Kandinskij realizzò nel 1928, su invito del direttore del Teatro di Dessau Gustav Hartmann,  dei Quadri di un’esposizione di Modest Mussorsgkij. Benché la composizione di Mussorsgkij (costruita formalmente come il percorso di un visitatore tra i dipinti di una mostra, nella quale una sorta di motivo conduttore – la Promenade – inframezza la contemplazione dei dipinti in successione) si possa ascrivere nell’ambito della cosiddetta “musica a programma”, Kandinskij interpretò – correttamente – la composizione non secondo una poetica descrittiva, ma emozionale. Immaginò quindi un contesto teatrale di scene e luci che potesse costituire da sfondo, contenitore e amplificatore degli stati emotivi  del visitatore nel suo percorso. Disegnò con varie tecniche bozzetti per le scenografie ed anche per i costumi dei danzatori che dovevano intervenire in due quadri della rappresentazione, in un tripudio di forme astratte e colori accesi e brillanti.

Ecco quindi il bozzetto per il Quadro II Gnomus associato all’esecuzione dell’omonimo brano (preceduto dalla Promenade) da parte di Sviatoslav Richter.

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Questo è invece l’acquerello steso come bozzetto per il quadro XVI – conclusivo -, La grande porta di Kiev, sempre nell’esecuzione elegante e profondamente razionale di Richter.

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