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Karamoja (Uganda)/La strada della Madre nera/ Reading da "Il Bene Ostinato" di Paolo Rumiz

Creato il 15 aprile 2011 da Marianna06

Siamo al centro del centro dell'Africa. I Grandi Laghi, il Ruwenzori, la linea sismica del Rift, le prime cateratte del Nilo Bianco verso il deserto sudanese, i margini del tavolato keniota. In alto a destra la nostra prima meta, Matany , il cuore della Karamoja.

L'indomani, sulla strada di Matany, il cielo ha colori spenti, emana una luce diffusa e tardiva tra nubi gialle e arancio che si attorcigliano come boccoli di una parrucca settecentesca.Profumo forte di menta. La sensazione di non essere mai soli, anche negli spazi più solitari. Appena ti fermi, qualcuno esce a sorpresa dalla vegetazione.Presenze solitamente rassicuranti, ma non si sa mai:  qui la foresta è ancora terra di nessuno..

Olumi : m'insegnano subito questa parola.Significa "uomini dell'erba", ma vuol dire anche "bambini-soldato". Giovanni, il mio compagno di viaggio, ha girato un documentario su di loro, li conosce bene. Ce ne sono ancora alla macchia.Aspettano la prossima guerra, sono pronti a spostarsi ovunque. Sono la fanteria più efficiente del mondo.Incorruttibili e instancabili, obbediscono e basta. Non hanno il senso della crudeltà, perché hanno imparato ad uccidere da piccoli. D'istinto.

Giovanni racconta di una bambina, recuperata alla famiglia, che ha amputato le mani alla madre con un improvviso colpo di machete, eccitata dal movimento di lei mentre lavava i panni al fiume.

Finisce il labirinto di colline a nord del grande lago, cominciano le piantagioni di canna da zucchero. Terre di profitti enormi, dove un contadino lavora per dieci dollari al mese più vitto e alloggio. Tra i filari, una donna scalza si deterge il sudore con la mano sinistra, tenendo il falcetto con la destra all'altezza delle ginocchia. Il peso è su una gamba sola, il bacino inclinato. E' statuaria, indimenticabile, un simbolo. L'antitesi perfetta del nostro mondo incellofanato. Loro, poveri ed eleganti.Noi, ricchi e sgraziati.

E intanto comincia il Nilo, le prime rapide affollate di cormorani, aironi e pellicani.E' l'inizio di uno slalom lungo il più grande fiume del mondo, un viaggio che terminerà in Sudan , molto più a nord, tra le sconfinate paludi a monte di Khartoum.

 River Nile sta scritto sulla carta. Per mille chilometri non sfuggiremo all'impercettibile convessità del suo impluvio sovrastato da nubi. La pista va a nord-est, tra risaie e canneti, in un arcipelago di laghi comunicanti e così zeppi di vita che è possibile prendere i pesci con le mani.

 

   A cura di  Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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