… la variazione della forza, la scioltezza del corpo e il ritmo nelle tecniche (Gichin Funakoshi)
Un grande lavoro dev’essere poi fatto con l’uso corretto del respiro, associando a ogni tecnica o spostamento la giusta e spontanea inspirazione ed espirazione, a completamento del ritmo stabilito di volta in volta. Tutti elementi che risultano determinanti anche nel kumite, nel quale si aggiungono il principio del ma-ai (legato alla distanza e al tempismo) e la strategia di combattimento.
Il corpo deve rimanere comunque sciolto, lavorando liberamente al fine di far emergere quanto necessario al momento opportuno, senza forzature, senza limiti autoimposti, ma con la massima naturalezza possibile. Così come il kyudoka (praticante di “kyudo”) tende l’arco con la giusta dose di contrazione, respirazione e velocità, analogamente il buon karateka deve saper dosare le forze, rilassando il corpo pur rimanendo sempre concentrato.
Altre interpretazioni di questo 19° e penultimo precetto scritto dal M° Funakoshi, pongono l’accento sul “non dimenticare mai la tua forza e le tue debolezze, i limiti imposti dal tuo fisico e la relativa qualità delle tue tecniche“. Aspetti altresì importanti che permettono al praticante di proseguire con crescente consapevolezza dei propri limiti e dei propri punti di forza.
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