Questi due esseri provenienti da mondi del tutto diversi, dove potrebbero incontrarsi, se non in un luogo che rende tutti uguali, a dispetto di qualsiasi differenza sociale, come il cimitero? E forse sta qui la chiave di volta: per quanto possano trovare difficoltà nel comprendersi e venirsi incontro, i due protagonisti sanno che il loro amore va oltre lo “shock culturale”, come lo chiama Desirée. Una «piccola medusa slavata» e un «orso bruno» senza tre dita possono amarsi ed essere felici; a patto che si prenda in considerazione la possibilità di scendere a compromessi e si trovi un modo per adattarsi: una medusa non può vivere in un bosco e neanche un orso in mare aperto, ma lei potrebbe stare dentro una bacinella tra gli alberi e lui su un tronco galleggiante vicino la costa. Tuttavia vi sono molte circostanze che possono perturbare le scelte di una persona e cambiare il corso della vita. Una di queste è, nel nostro caso specifico, la malattia della migliore amica di Desirée, Märta, la quale aveva rappresentato fino ad allora l’àncora di salvezza della protagonista. Ed è proprio Märta, insieme ai genitori, ai colleghi e agli amici dei protagonisti a rendere il romanzo più concreto e vitale; alcuni di essi, poi, sono talmente ben presentati che fanno venire voglia di conoscerli. Mi riferisco sia all’amica di Desirée, ma anche ad Anita, cugina di Benny, ai rispettivi genitori, a Inez, a quell’antipatica di Violet. Con un linguaggio semplice ed uno stile sobrio, ma fine, l’autrice mette in fila, capitolo dopo capitolo, come una collana a due colori, le emozioni, le vite dei due protagonisti facendoli parlare, alternativamente, in prima persona. In tal modo la Mazetti riesce a dare al lettore una doppia visuale che fornisce la “terza dimensione” dei fatti narrati, andando oltre l’oggettività per scavare nelle viscere della relazione. Un piccolo appunto sarebbe da fare al come i due personaggi si “innamorano”, piuttosto banale, quasi un topos della letteratura rosa: l’incontro ha modalità alquanto buffe, specie leggendo le versioni fornite dai due narratori, ma la “scossa elettrica” che cambia tutto rimane qualcosa di piuttosto scontato. Per il resto, l’evoluzione del romanzo segue un’andatura gradevole, con delle pause qua e là, giusto per riprendere fiato, prima di reimmergersi nelle maglie della trama e rimanervi dentro, incastrati dal piacere della lettura.
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