parliamo oggi di Kate Morton, una scrittrice di cui Sonzogno ha recentemente proposto una nuova edizione del romanzo d'esordio, Ritorno a Riverton Manor (The House at Riverton, originariamente pubblicato con il titolo di The Shifting Fog). La Morton ha appena pubblicato il suo quarto romanzo, The Secret Keeper, che speriamo di veder presto tradotto in italiano. Kate Morton è una scrittrice capace di intrecciare storie e sentimenti senza tralasciare l’accuratissima ricostruzione storica, con personaggi che vivono e testimoniano alla perfezione l’epoca in cui la loro creatrice li ha collocati.
Titolo: Ritorno a Riverton Manor
Titolo Originale: The House at Riverton
Traduzione di Massimo Ortelio
Casa Editrice: Sonzogno
pagine 528
prezzo: € 11,00
Data pubblicazione: 19 settembre 2012
Trama: Riverton Manor, Inghilterra 1924. È la festa di inaugurazione della sontuosa dimora degli Hartford, e il fragore di uno sparo si confonde con i botti dei fuochi d'artificio che illuminano il cielo. Il poeta Robert Hunter giace senza vita nei pressi del laghetto della tenuta, con la pistola ancora fumante in mano. È suicidio? Di sicuro è uno scandalo che scuote fin dalle fondamenta l'aristocratica casata, perché le uniche testimoni del fatto sono le sorelle Hannah ed Emmeline Hartford. Che da allora non si parleranno mai più. Inverno 1999. Sono passati più di settant'anni da quella notte, e la quasi centenaria Grace Bradley, nella casa di riposo in cui trascorre i suoi ultimi giorni, è convinta di essersi lasciata per sempre alle spalle i fantasmi del passato e i tristi ricordi. Ma una giovane regista americana, che vuole realizzare un film sulle sorelle Hartford e su quel misterioso suicidio, chiede la sua consulenza. Grace, infatti, oltre che testimone di tempi ormai remoti, è stata anche direttamente coinvolta nella vita della famiglia: cameriera personale di Hannah, fin da bambina aveva servito come domestica a Riverton Manor. Dapprima riluttante, accetta poi di collaborare e comincia a rievocare le vicende dei giovani Hartford, destinati a un'esistenza tanto fulgida quanto breve: il promettente David, partito giovanissimo per il fronte e mai più tornato; la sensuale e intelligente Hannah; la gaia e capricciosa Emmeline; e soprattutto l'enigmatico Robert Hunter, del quale entrambe le sorelle erano innamorate.
RECENSIONE
Non avevo mai sentito la parola "suffragetta" prima di quel momento, e pensavo che doveva essere una specie di malattia, simile a quella che si era buscata la signora Nammersmith al paese, la volta che si era tolta il bustino durante la parata di Pasqua e suo marito aveva dovuto portarla all'ospedale a Londra.
Il cast della servitù di Downton Abbey
Nel leggere Ritorno a Riverton Manor, viene in mente la serie BBC di Downton Abbey: lo stesso periodo storico e le stesse rigide suddivisioni fra i piani alti e i piani bassi di una dimora signorile. La linea netta che divideva le classi era indiscussa, almeno fino alla tragedia della Prima guerra mondiale, in cui i giovani che ritornarono a casa avevano superato un dramma tanto doloroso da acquisire nuove idee.È assurdo fare paragoni, lo so. La gente è cambiata troppo da allora. Il secolo ci ha lasciati tutti quanti feriti e malconci. Oggigiorno perfino i giovani e i privilegiati ostentano il cinismo come se fosse un pregio, e hanno gli occhi e la mente pieni di cose che sarebbe meglio non sapere. […] Certo, i segni del progresso si cominciavano a intravedere già a quei tempi. Dopo la prima guerra, la Grande Guerra, mutò ogni cosa, ai piani alti e negli scantinati. Fu un vero trauma per tutti, quando il nuovo personale cominciò a insinuarsi nelle case (di solito per uscirne molto presto) con strane idee nella testa: il salario minimo, il giorno libero. Prima di allora il mondo ci era sembrato qualcosa di assoluto, regolato da distinzioni semplici e condivise.
Michelle Dockery, Joanne Froggatt e Jessica Brown Findlay
(Downton Abbey)
Keira è giovane, ovviamente, appartiene a un'altra epoca. Non riesce a concepire che potessero esistere confini inviolabili fra le persone. "Una bella cosa", dice. "Però non ho nessuna scena assieme ad altri domestici, per cui non mi è molto utile." Scorre la biro sulla lista di domande. "C'era qualcosa che non le piaceva del suo lavoro?" Svegliarsi all'alba tutte le mattine. La soffitta che era un forno d'estate e una ghiacciaia d'inverno. Le mani rosse e screpolate a furia di lavare. La schiena a pezzi dopo aver passato ore a pulire. La stanchezza che ti penetra fino al midollo. "Era faticoso. Le giornate erano lunghe e piene di incombenze. Non avevamo mai tempo da dedicare a noi stessi." "Sì", dice Keira. "È così che sto interpretando la parte. E non ho neanche bisogno di fingere troppo. Dopo aver provato per tutto il giorno con il dannato vassoio, ho le braccia tanto indolenzite che quasi non me le sento più." "Erano i piedi a dolermi, soprattutto", le spiego.
THE SECRET KEEPER
Vi diamo qualche anticipazione sul nuovo romanzo di Kate Morton, The Secret Keeper.
In un'intervista su Goodreads Kate Morton dichiara di aver immaginato la prima scena di The Secret Keeper — quella in cui Laurel, adolescente, è testimone dalla casa sull’albero di un delitto — molti anni fa e di aver scritto il primo capitolo su un taccuino. Dopo aver cercato di inserirla forzatamente in altri libri e senza riuscire a ottenere la collaborazione del personaggio — perché Laurel sapeva di non appartenere ad altri romanzi, al contrario della stessa Kate — la Morton si è recata a Londra nel 2008. Nella capitale inglese Kate Morton riesce a «respirare» la Storia più che in qualsiasi altro posto al mondo: dopo aver trovato una guida che, in una fredda giornata di novembre, l’accompagna nel centro della città, immagina il personaggio di Dorothy durante la Seconda guerra mondiale e i bombardamenti tedeschi sull’Inghilterra e comprende di quale delitto, vent’anni dopo, la figlia Laurel è stata testimone.
I romanzi di Kate Morton si basano spesso su segreti — spesso segreti di famiglia — a lungo celati. La scrittrice non crede che nell’era della trasparenza — con facebook, Google e i vari social networks che mettono le nostre vite allo scoperto, rendendole facilmente rintracciabili — non ci siano più segreti. Concorda, però, che il comportamento umano sia cambiato. La tecnologia ha eliminato le soluzioni più romantiche per uno scrittore, ma ha altresì offerto nuove opportunità. Per esempio, i social media danno l’opportunità di creare false identità: le persone sono forse più vistose, ma non necessariamente più vere. Lo spazio fra la persona reale e quella virtuale offre infinite opportunità per celare segreti. Le nostre norme di comportamento — continua l'autrice — sono state ridefinite dalla tecnologia e dalle nuove possibilità di contatto che abbiamo a disposizione. L’utilizzo dei social media, però, nel mantenere privati gli affari «privati» è a discrezione del singolo. Kate Morton dichiara di essere antiquata per quanto concerne la privacy e il suo modo di comunicare; tuttavia è affascinata da tutti coloro che utilizzano i social network.
Kate Morton rivela che la struttura di The Secret Keeper è stata più complicata da realizzare rispetto agli altri romanzi. Si è spesso trovata ingarbugliata nell’intreccio, tanto che i suoi appunti sono disseminati di note che la scrittrice continuava ad appuntare per mantenere i pensieri in ordine. Tuttavia, creare la trama è ciò che la Morton preferisce fra le fasi della scrittura e la struttura di questo romanzo richiedeva stratagemmi (fare in modo che i lettori si sentissero a proprio agio con ciò che in apparenza stava accadendo, mentre si assicurava che la verità fosse ben celata davanti agli occhi di tutti), cosicché risulta una sorta di gioco elaborato. «Scrivere può essere un’occupazione solitaria» asserisce la Morton, «ma comporre il puzzle narrativo in modo che sia divertente per i miei lettori mi ricorda che raccontare storie è, per sua natura, un’attività condivisa. Mi piace.»
Quando è all’inizio della fase di scrittura di un romanzo — nella gloriosa fase dell’invenzione e del sogno — Kate Morton trascorre la sua giornata leggendo molto sull’argomento: qualsiasi cosa che colpisca la sua fantasia. Butta giù idee e fa vagare liberamente la mente. Poi, quando viene la fase di scrittura vera e propria, è solo una questione di sedersi al computer e scrivere una parola dietro all’altra, di seguito fino alla fine definitiva. Alcuni giorni è un piacere, altri è davvero un lavoro molto duro. Ed essendo madre di due bambini, la Morton fa tesoro di ogni attimo, scrivendo quando e come può, anche mentre i suoi figli combattono violentemente con spade laser nel bel mezzo del suo ufficio.
Non ci resta che aspettare la traduzione di The Secret Keeper, in italiano, dunque. Potete leggere il testo completo dell'intervista QUI
[Se vi state chiedendo perché non ho tradotto il titolo vi dico che si può prestare a diverse traduzioni: mi riservo di farlo dopo aver letto il libro!]
Cresciuta nelle montagne del Queensland, in Australia, Kate Morton è laureata in Arti Drammatiche e Letteratura Inglese. I suoi libri sono stati tradotti in 31 paesi. Ritorno a Riverton Manor è stato al primo posto nelle classifiche inglesi e americane di vendita ed ha vinto il premio General Fiction Book of the Year per l’Australian Book Award nel 2007. Kate Morton vive col marito e due figli a Brisbane.
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