Conoscere personalmente Kathleen (Kate) McGregor durante la presentazione di uno dei suoi libri, attraverso il suo sito web (http://www.kathleenmcgregor.com/), o ad un evento letterario, si rivela davvero una piacevolissima sorpresa.
La “Saga del Mar dei Caraibi” è un affresco storico di vastissime proporzioni, all’interno del quale ogni singola declinazione del romanzo sembra trovare la sua perfetta collocazione, avvincendo e incatenando i lettori dalla prima all’ultima pagina di ogni libro.In occasione dell’uscita de “La Sposa Spagnola” a cura di Leggereditore, Pinkafé è orgoglioso di intervistare per i suoi lettori Kate McGregor , affascinante “voce italiana” dell’historical fiction.
Benvenuta a Pinkafé, Kathleen. Ti abbiamo definito “La Signora dei Pirati”, prendendo in prestito il titolo del tuo libro “Corinna, la Regina dei Mari”, nuovamente riproposto da Leggereditore alla fine del 2011.
Corinna è il primo volume di una saga avvincente che ti ha guadagnato, a pieno titolo, l’appellativo di Wilbur Smith italiana. Vuoi ricordare ai nostri lettori come è composta questa serie affascinante, e come “La sposa spagnola” s’inserisce nella saga?
Protagonisti di questo nuovo capitolo sono John McFee, il pirata meticcio dagli occhi d’argento, e Soledad, una splendida giovane donna spagnola, forgiata da una vita durissima. Puoi parlarci di questa coppia che farà battere il cuore dei tuoi lettori lungo tutte le oltre cinquecento pagine del romanzo?
Accade a volte, che si abbia per le mani un personaggio talmente forte e complesso da sentirsi inadeguate a renderlo in quella che è la sua vera essenza. Questo è quello che è accaduto a me con John McFee. In realtà, la storia di John e di Soledad, l’avevo già abbozzata alla conclusione di Corinna, momento peraltro in cui si inserisce in ordine temporale. Le circostanze, il momento storico, l’atmosfera, la trama... era tutto nella mia testa, ma non mi sentivo abbastanza matura come scrittrice, per poter rendere giustizia alla potenza e alla complessità di questo personaggio e della sua storia. Questo è il motivo, mi perdoneranno le mie lettrici, per cui sono passati così tanti anni prima che finalmente vedesse la luce. Chi ha letto nel frattempo tutti e tre i precedenti romanzi, può rendersi conto di prima mano dell’evoluzione personale che mi ha portata da Dorian, a Walter, a Gavin... e infine a John.
Ho più volte affermato che la figura di John è quanto di più lontano dall’idea di eroe romantico idealizzata, e quanto di più vicino a quella che era la realtà della filibusta e della pirateria. E’ selvaggio, spietato, crudo, istintivo, imprevedibile come può esserlo un predatore, con un codice personale che di fatto rappresenta l’unica linea di separazione tra il suo essere uomo e il suo essere animale. La grande incognita era rappresentata dalla sua controparte femminile.Dato che ho sempre visto John come un uomo con una parte animale e istintiva molto forte, mi sono affidata proprio a quell’istinto e a quei meccanismi di dominio e inibizione che vigono nelle relazioni tra predatori. Al contrario di John, le cui azioni coincidono sempre con le intenzioni, a volte precedendo addirittura l’elaborazione mentale, Soledad si muove nei mezzi toni, ha un’interiorità profonda, dominata dalla paura, che la fa reagire a quello che le accade attorno su due piani differenti, mettendo in conflitto pensiero e azione al punto da lasciare, talvolta, come unica difesa la menzogna.Il rapporto tra John e Soledad tocca corde che vanno al di là della loro stessa volontà o consapevolezza, in modi che spesso hanno sorpreso anche me, per la loro intensità e indissolubilità.
Corinna e Soledad: due donne profondamente diverse tra loro, così come è diversa la loro struttura fisica. Più rigida e ribelle l’una, più (apparentemente) morbida e cedevole l’altra. Eppure, entrambe sono coraggiose e appassionate, in grado di resistere a prove durissime. Vuoi parlarci delle eroine dei tuoi libri?
Credo, che nessuna descrizione potrebbe renderle più giustizia, di quelle offerte da John, quando di lei pensa: Era nel suo carattere, si sarebbe piegata, sempre, ma non si sarebbe mai spezzata, e da Tiwanèe: Nessuno, guardandola, avrebbe detto che sotto quell’aspetto vulnerabile e quel carattere dolce e remissivo, vi fosse in realtà una fibra forte come l’acciaio temperato.
All’inizio del romanzo, ho voluto porre alle mie lettrici una domanda, la stessa che mi sono posta io, quando è stato il momento di iniziare a scrivere questa storia: Cosa fareste... se l’unico uomo in grado di tenervi in vita vi terrorizzasse? Io credo che Soledad l'abbia ampiamente e esaurientemente mostrato.
È facile immaginare quanto lavoro abbia richiesto la ricostruzione storica e geografica alla base dei tuoi romanzi; pure non c’è mai nozionismo in essi e le avventure dei tuoi pirati sembrano scivolare all’interno della cornice storica senza alcuno sforzo. È l’avvenimento reale che genera i tuoi racconti o è la fantasia che ha trovato il perfetto periodo in cui svilupparsi?
Probabilmente è una combinazione di entrambe le cose. Essendo appassionata di avventure sul mare e di corsari, è stato fin dall’inizio naturale per me calare i miei primi personaggi storici in quel tempo e in quella realtà. Una volta ricreato il mondo al quale essi appartengono, inevitabilmente si stabilisce una linea temporale alternativa, che spinge a continuare ad esplorarla. La seconda metà del seicento è un periodo storico affascinante, è conosciuto come l’epoca d’oro della Filibusta, che negli anni 60-70 raggiunge il suo apice, ma è anche un periodo di grandi cambiamenti, durante il quale la pirateria di corsa si avvia verso il declino, lasciando a poco a poco il passo a quella che sarà la vera pirateria fuorilegge del XVIII secolo, quella di John Rackham e Bartholomew Roberts, e dei Jolly Rogers . E in una realtà così densa di personaggi e avvenimenti storici, diventa ad un certo punto inevitabile trovarsi in mezzo ad essi. E con “in mezzo ad essi” intendo proprio là, sul campo di battaglia in quel preciso istante, tra gli uomini che la storia l’hanno creata, non per raccontarla ma per riviverla, e reinterpretarla, attraverso gli occhi e le esperienze dei personaggi di fantasia.
La “Sposa Spagnola” è l’intreccio diferoci passioni, tragici avvenimenti reali ed una meravigliosa storia d’amore. Come sei riuscita a equilibrare elementi così diversi?
In questo caso, devo ammettere che buona parte del merito va riconosciuta ai personaggi, che mi hanno trainata invece di seguirmi. A John, con la sua indole da selvaggio, che a malapena riuscivo a contenere, e a Soledad, che fino all’ultimo non si è mai veramente svelata ai miei occhi, facendo di ogni pagina ed ogni emozione una scoperta. Credo che tutto stia nell'entrare nella loro testa e nella loro anima, nel calarsi interamente nella storia, sentendo, vedendo e vivendo ogni cosa mentre la si scrive.
Come proseguirà la “Saga”? Quali saranno i prossimi libri?
Le possibilità e le diramazioni a questo punto sono diverse. Al momento sto lavorando sul secondo spinoff, ambientato in ordine temporale dopo L’Irlandese. Una storia avventurosa che mi porterà a solcare i mari del sud, sulla rotta delle balene, tra isole incantate e isole fantasma, alla ricerca di un leggendario tesoro. I protagonisti, un uomo sanguigno e passionale, che le lettrici hanno già avuto modo di conoscere, e una donna fuori del comune, indomabile e selvaggia, che gli darà non poco filo da torcere.
Ci sono altri progetti stanno interessando la tua fantasia? Quali altri orizzonti esplorerai?
Progetti ne ho moltissimi. Non ho certamente rinunciato all’urban fantasy, ma di questo ve ne parlerò un’altra volta. ;)
Ringraziamo Kate che, ancora una volta, ha fatto sognare i suoi lettori e tutti gli appassionati di historical fiction.