di Pietro Acquistapace
Temendo ripercussioni sul voto che, di fatto, farà entrare un secondo partito nel parlamento Kazako, Nazarbayev ha ritenuto di dover posticipare a una data indefinita la tornata elettorale (fissata al 15 gennaio) per tutti gli abitanti di Zhanaozen. La commissione elettorale centrale kazaka ha giustificato tale decisione con la motivazione che una città in “stato di emergenza” (dal 4 gennaio esteso fino alla fine del mese) non può partecipare al voto. I votanti privati del loro diritto elettorale sono 50mila; Kuandyk Turgankulov, presidente della citata commissione elettorale, sostiene che una cifra così modesta non potrà comunque modificare gli esiti del voto.
Il governo kazako sta tentando in tutti i modi di manipolare le elezioni imminenti, che secondo gli osservatori internazionali in Kazakhstan non sono mai state regolari, tra l’altro per non avere un cattivo “ritorno di immagine”. Desta quindi sospetto il fatto che, in concomitanza con la decisione di riammettere gli elettori di Zhanaozen al voto (notizia di oggi 10 gennaio, e questa è la seconda), nel panorama politico kazako ci sia stata una serie di espulsioni. In OSDP Azat, che rappresenta il diretto avversario di Nur Otan (sino ad oggi l’unico partito politico a guidare il paese), sono state eccellenti. Accusati di frode fiscale sono stati espulsi Bolat Abilov, co-fondatore di Azat, e Gulzhan Yergaliyeva, politica nonchè giornalista.