Takamatsu nasce nel 1978 a Senday City, capitale del distretto di Miyagi nell’isola di Honshu , la più grande isola del Giappone, dove si laurea alla Tohoku University di Arte e design nel 2002. Auto-definitosi fantasista, pittore e scultore, per le sue opere si serve di un geniale mix tra tecnica tradizionale e moderna . Ispirandosi alla tecnica del guazzo o gouache, tecnica già utilizzata e praticata in Europa sin dal 1500 che prevede l’impiego di un tipo di pigmento che ha la stessa natura della tempera, ma che è reso leggermente più consistente con l’integrazione di gesso o biacca insieme ad un composto di gomma arabica, Takamatsu ne utilizza un’altra che si chiama invece distanfeerism : utilizza il gouache aggiungendovi il colore bianco, zinco e china per ottenere un risultato dall’effetto opaco e coprente molto simile a quello della grafica 3D. La tecnica utilizzata rende il colore più greve e opaco e riesce a creare una sorta di mappa di varie profondità in cui ogni pigmento acquista una tonalità di grigio, e la stessa tonalità risulta proporzionale alla distanza da cui lo spettatore osserva. Guardando le sue opere, a prima vista, ci si ritrova a pensare che siano realizzate al computer con un software di grafica in 3D, in realtà sono immagini bidimensionali dipinte esclusivamente a mano. Ogni opera è esclusivamente tri-cromatica: domina il bianco, nero e grigio per una sorta di resa a tre dimensioni in grado di restituire un mondo surreale, proprio per quel particolare effetto di atmosfere nebbiose e cristallizzate in cui immerge i suoi personaggi. I temi trattati sono prevalentemente a sfondo semi-erotico. Vengono rappresentate ragazze-bambine, piccole Lolite malinconiche che sembrano come congelate in strani e fantastici sogni, sempre sospese su sfondi neri e immerse in una foschia eterna in ambientazioni a metà tra l’onirico,il sinistro e il mistico.
Vengono rappresentate storie oscure e violente in cui fluttuano le sue malinconiche figure infantili in preda alla disperazione o in possesso di armi assassine letali.
I personaggi fluttuano in ambientazioni indefinite in tutta la loro trasparenza ed allo stesso tempo perfezione di forma e solidità di presenza.
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