Ken Parker incontra Norma Jean. E' la donna, più dell'attrice, infatti, la protagonista dell'umana avventura raccontata da Giancarlo Berardi e disegnata dalla coppia Ivo MIlazzo e Giorgio Trevisan. La ripropone Mondadori nel trentesimo volume della collana Ken Parker, disponibile da venerdì 21 novembre in edicola, fumetteria e libreria. Sarebbe riduttivo, però, limitarsi alla figura dell'indimenticabile Marilyn, perché questo volume è importante per diversi aspetti. Al suo interno, infatti, troviamo due storie che segnano rispettivamente la fine di un'avventura editoriale e l'inizio di una nuova.
I ragazzi di Donovan, numero 59 della collana edita dalla Cepim di Sergio Bonelli, fu l'ultimo albo della serie. Nel numero precedente, Sciopero, gli autori avevano annunciato che l'esperienza con la Bonelli si sarebbe conclusa. La mensilità della collana veniva rispettata con difficoltà (basti pensare che Sciopero uscì otto mesi dopo il precedente albo). L'obbligo di uscire in edicola con scadenze temporali fisse mal si coniugava con la volontà degli autori di offrire un prodotto di qualità elevata e costante ai loro lettori. Nonostante gli innesti di altri disegnatori al fianco di Milazzo il problema non venne risolto, anche perché non tutti capirono lo spirito del personaggio e non seppero interpretare al meglio lo stile narrativo di Berardi. Gli autori avevano altre ambizioni per la loro creatura: un numero di pagine libero, senza scadenze temporali così stringenti, il colore e un formato cartaceo più grande per rendere maggiore onore ai disegni.
Ecco quindi motivato lo sbarco sulla rivista Orient Express edita da L'Isola Trovata, un contenitore che sembrava perfetto per soddisfare i desideri degli autori. In realtà questa scelta non si rivelò vincente, poiché le riviste a fumetti, in quanto prodotto editoriale, entrarono di lì a poco in crisi. In ogni caso il debutto fu straordinario, merito di una storia intensa e di disegni superlativi. Suddivisa in sette parti e 124 tavole, pubblicate a partire dal numero 23 di Orient Express nel luglio 1984 fino al numero 29 del febbraio dell'anno successivo, l'avventura scritta da Berardi ci presenta un Ken inedito, nelle vesti di attore accolto da una compagnia teatrale che lo aiuta a fuggire da Boston. C'è un totale distacco, infatti, di ambientazione e di clima umano, fra l'ultima storia ambientata a Boston e questa che vede Ken impersonare l'Amleto di Shakespeare.
Ne I ragazzi di Donovan si respira ancora l'aria misera e degradata dei bassifondi di Boston. Se in Sciopero era la fabbrica lo sfondo e gli operai / proletari i protagonisti, qui è il sottoproletariato senza speranza che viene rappresentato. Tuguri miserabili dove si affollano famiglie numerose, spesso di immigrati, che fanno fatica a mettere insieme un misero pasto per i propri componenti. Sfruttatori che ricattano poveracci, piegati di fronte al proprio destino. La legge che difende il forte dalle giuste rivendicazioni del debole, mettendo ancor più in luce la mistificazione del sogno americano. In questo scenario così triste si fa breccia, nonostante tutto, l'umanità di una banda di ragazzini di strada, che accolgono e curano un Ken ridotto in fin di vita dopo lo sciopero finito nel sangue della storia precedente.Il trait-d'union fra le due avventure di questo volume è proprio la caratteristica di ricercato di Ken. I ragazzi lo nascondono dalla polizia e dall'agenzia investigativa che lo sta cercando in quanto responsabile dell'uccisione di un poliziotto per legittima difesa durante la manifestazione operaia. Ken ricambia l'aiuto ricevuto cercando di fare del proprio meglio, come sempre, per cercare di limitare la misera condizione di questi ragazzi che la vita ha obbligato a crescere troppo in fretta.
Alla fine dell'albo Lungo Fucile saluta con affetto e commozione ricambiati i suoi giovani salvatori e comincia così la sua carriera di ricercato dalla legge. Ken non sarà più un uomo libero fino alla conclusione della sua saga che dobbiamo ancora conoscere nel futuro albo inedito. Per il momento, Chemako dovrà celarsi e travestirsi, cambiare identità e nascondiglio attraversando territori nuovi per lui. L'inizio di questa nuova vita avviene in una compagnia di teatranti, che non fa troppe domande, e che, un po' per necessità e un po' per umanità, accoglie lui e Norma all'interno della famiglia. Vediamo così i due nuovi attori nei panni rispettivamente di Amleto e Ofelia, provare e riprovare l'opera di Shakespeare fino alla prima dello spettacolo di fronte al pubblico. In alternanza alle tavole disegnate ad acquerello da Trevisan, che costituiscono nel loro insieme una trasposizione completa dell'opera del Bardo di Avon, si svolge la vicenda nella realtà dei vari teatranti, di Ken e di Norma, disegnata sempre in acquerello da Milazzo. Ancora una volta la scrittura di Berardi si sposa armoniosamente con i disegni di Milazzo nel rappresentare tanto la sensualità di Marilyn, quanto la vicenda umana di Norma."Quel che ho dentro nessuno lo vede, ho pensieri bellissimi che pesano come una lapide. Vi supplico, fatemi parlare."