Sabato 12 aprile 2014 presso il Museo di Storia Naturale di Calci, in provincia di Pisa, si è svolta l’inaugurazione della mostra “Kenamun. L’undicesima mummia”.
Fu una missione finanziata dallo Stato francese e dal Granducato di Toscana, i cui oggetti ritrovati andarono ad arricchire le raccolte d’arte del Louvre di Parigi e del Museo Egizio di Firenze.
“Dagli scavi in Egitto, Rosellini portò al Granduca di Toscana quasi duemila oggetti, tra cui undici sarcofagi intatti con le loro mummie- spiega Marilina Betrò, presidente del Sistema museale dell’Ateneo di Pisa e docente di Egittologia- L’undicesima mummia però non venne mai consegnata al Granduca Leopoldo II, perché si era danneggiata nel trasporto per mare a bordo del mercantile Cleopatra approdato al porto di Livorno. Di lei avevo trovato traccia in un archivio di Praga dove son conservati parte dei documenti di Leopoldo II, con l’elenco dei reperti portati da Rosellini per il Granduca, ma nessuno sapeva dove fosse finita”.
“È stato lo stesso direttore del museo, Roberto Barbuti, che lo ha ritrovato. Lo scheletro era stato ripulito nell’Ottocento, le bende non esistevano più, ma sul cranio c’era una scritta inequivocabile, che lo attribuiva al materiale che Ippolito Rosellini riportò in Italia dalla spedizione in Egitto del 1828-1829. Inoltre erano presenti anche segni del processo di mummificazione”.
La ricomparsa di quei resti nel 2012 è coincisa con la pubblicazione da parte della Betrò di nuovi documenti inediti di Rosellini, che per la prima volta rivelavano l’esistenza di un undicesimo sarcofago andato perduto negli anni.
“L’undicesima mummia, danneggiata dall’acqua, fu lasciata a Pisa, probabilmente regalata da Rosellini stesso all’amico Paolo Savi direttore allora del Museo di Storia Naturale- aggiunge Betrò- Il sarcofago, con molte parti rovinate, finì nei magazzini del Museo Egizio di Firenze, dove non era stato finora identificato: la lettura dei suoi testi ha svelato l’identità del suo antico occupante. Oggi ne sopravvive la sola cassa, che è stata oggetto di un restauro finanziato dal Sistema Museale dell’Università di Pisa”.
A poco a poco, dunque, gli studiosi hanno ricostruito la storia di quelle ossa, ricollegandole a Kenamun. Quest’ultimo visse verso la fine del XV secolo a.c ed era uno dei favoriti alla corte del faraone. Gran Maggiordomo del Re, amministratore della più importante città portuale e base navale dell’Egitto del nord, Perunefer, il porto del “Buon viaggio”.
Alla rassegna “Kenamun. L’undicesima Mummia” sarà esposto anche il modello in scala 1:1 del bellissimo cocchio da corsa con cui Kenamun correva nel deserto e andava a caccia. L’originale, conservato a Firenze, fu rinvenuto dagli operai di Rosellini nella stessa tomba da cui provengono il sarcofago di Kenamun e il suo arco, esposti nella mostra.
Le pareti della tomba egiziana ricordano “il cocchio che Sua Maestà gli diede come segno del suo favore” e che egli volle con sé nella vita eterna. L’ultima parte del percorso è la “cripta” che ospita le spoglie mortali di Kenamun.
La mostra è visitabile fino al 29 giugno, dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 16:45; mentre sabato, domenica e festivi dalle 10:00 alle 18:45. Il biglietto d’ingresso è di 7 euro.
Written by Cristina Biolcati