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Kenya e Sudafrica / Dove si lotta per la dignità di persona

Creato il 25 settembre 2012 da Marianna06

Lavagna

 

La buona notizia di quest’oggi, 25 settembre 2012,  è che ha avuto termine finalmente in Kenya lo sciopero degli insegnanti come annuncia ufficialmente il”Kenya Union of teachers”(Knut).

Uno sciopero, quello degli insegnanti keniani, che dai primi di settembre ha messo per davvero in grosse difficoltà, scolari, studenti e, soprattutto, le famiglie preoccupate della incerta conclusione dell’anno scolastico dei propri figli.

Sappiamo tutti  quanto , nel mondo d’oggi, sia fondamentale, ad ogni latitudine, l’istruzione anche per chi  in futuro  dovesse esercitare pur solo un mestiere e non svolgere mai  una professione.

Ma l’insegnante , che ha dappertutto, sotto qualunque cielo, questo complesso compito educativo e formativo dovrebbe, anzi  deve, essere  messo nella condizione di gestirsi dignitosamente la propria esistenza, proprio per dare il meglio di sé ai suoi bambini o ragazzi e poi  specie se, come accade talora, ha una famiglia cui provvedere.  

Ciò significa nient’altro poi che semplicemente un salario adeguato.

E parliamo di un paese, il Kenya, in cui la corruzione politica nelle alte sfere è una costante e addirittura arriva a non turbare più nessuno tanto la gente ci  ha fatto l’abitudine.

Così dopo le proteste è arrivata, ieri, dal Governo la certezza di un aumento di salario, che ha portato lo stipendio degli insegnanti da 15.000 scellini a 20.000.

 Immediatamente c’è stato, il ripristino  della normalità.

Ed è cosa molto buona.

Gli studenti delle secondarie, perciò, sosterranno a fine mese i loro esami in tutta serenità.

E gli insegnanti avranno ricevuto quella sospirata boccata d’ossigeno per la loro quotidianità in un Paese, in cui l’inflazione e l’aumento dei prezzi al mercato consentono ben pochi lussi.

Non migliore è la situazione dei minatori del Sudafrica.

Dopo i 46 morti della miniera sudafricana di Marikana, i feriti e lo sciopero ad oltranza, che ora è rientrato ,dopo le analisi mediche ai minatori e il controllo degli impianti, perché si riprenda con una certa sicurezza l’attività di estrazione del platino, a Rustenburg, nel settentrione del Paese è in corso un altro sciopero di minatori.

Anche a Rustenburg si tratta di  miniere di platino e la società mineraria questa volta è la Amplat. E le motivazioni dell’astensione dal lavoro sono le stesse di Marikana, dove però gli operai sono riusciti comunque a strappare un aumento salariale,che oscilla tra l’11% e il12% e, in più, una indennità di circa 250 dollari per le sei settimane di sciopero.

 Si protesta e vivamente a Rutenburg per regolamenti rigidi e disumani come sempre che non escludono licenziamenti senza possibilità di fare appello. Per paghe molto basse in rapporto ai rischi. Per la pericolosità degli impianti.

E non affatto è poco.

L’augurio e la speranza è che anche questo caso (come mille altri di cui non abbiamo notizia ma che ci sono) , sia pure dopo le sacrosante proteste, abbia  esito positivo.

Basta con lo sfruttamento.

Impariamo ad indignarci tanto nel vicino che nel lontano.

E, soprattutto, informiamoci. Ma non  certo con un’informazione “pilotata”.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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