Il suo nome deriva ovviamente dalla sonda Kepler, il suo codice identificativo invece è legato al fatto che sarebbe uno dei tanti pianeti individuati ed orbitanti intorno ad una stella, nana rossa, chiamata appunto Kepler-186.
Dai primi studi che necessitano di elevati approfondimenti, si è analizzato che il pianeta sarebbe circa il 10% più grande della Terra e ruoterebbe appunto intorno ad una stella che ne permetterebbe l'irradiazione e quindi la possibilità di avere temperature e condizioni dell'atmosfera, favorevoli all'eventuale sviluppo di vita.
La scoperta pubblicata su Science, la rivista scientifica per eccellenza, ha ovviamente fatto il giro del mondo destando curiosità e ponendo moltissimi interrogativi sulla fattibilità e veridicità dello studio.
Il pianeta sarebbe stato individuato dopo anni di studio ed analisi con il "metodo dei transiti", il quale consiste nello studiare, per un determinato periodo temporale, la luminosità della stella principale e cercare di scoprirne variazioni significative che potrebbero essere causate per l'appunto dal transito di un pianeta.
Uno dei ricercatori Stephen Kane, dell'Università di San Francisco, ha precisato che se un pianeta exttra-solare possiede circa 1.5 o 2 volte il raggio della Terra, allora molto probabilmente sarà di natura gassosa simile a quelli del nostro sistema solare, ma il caso di Kepler 186-f è importante, in quanto la sua dimensione sarebbe perfetta per avere una massa rocciosa.
Una sostanziale ed interessante differenza con il nostro pianeta, è la stella che dona luce e calore a Kepler 186-f: infatti la stella principale è molto piccola nelle dimensioni rispetto al nostro Sole, ma questo permetterebbe ad essa di avere una durata temporale maggiore e quindi uno sviluppo della vita con tempi molto più lunghi.
Adesso gli studi sono tutti rivolti alla "misurazione" e allo studio della Massa, dal quale usciranno sicuramente tantissime ed importantissime informazioni sulla "vivibilità" o meno di questo pianeta.
Per adesso possiamo solo immaginarlo e vederlo in una ipotetica ricostruzione nella seguente animazione.
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