KEVIN DRUMM, Trouble

Creato il 04 novembre 2014 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Eppure la collaborazione tra Mego e Kevin Drumm, cominciata nel 2002 con quel disco di noise spiccato e di carattere che portava il nome di Sheer Hellish Miasma e proseguita col successivo Gauntlet (che vedeva la partecipazione illustre di Daniel Menche) sembrava destinata a grandi cose, invece eccoti il lavoro che da uno come lui proprio non ti aspetti, in senso negativo: è da un po’ che l’olandese sembra stare su di una sorta di altalena qualitativa che lo vede ripetersi e reiterarsi tra drone e ambient.

Guardi il minutaggio dell’unico non-brano presente (54 minuti) è già puoi aspettarti il classico inizio dilatato – o in questo caso diluito – che potrebbe coprire l’ipotetico primo quarto di ascolto, e così è, prendete come riferimento recente il pigro Tannenbaum, tanto per tornare a quella famosa altalena. Sì, ma poi? Poi poco o nulla, tant’è che se provassimo a sentire questo cd a occhi chiusi probabilmente penseremmo subito a un Novaya Zemlya 2 di Thomas Köner: una possibile complessa investigazione dei recessi del suono, e dei suoi scarti e delle sue scorie aggiungo, con, probabile, anche qualche velleità di rispolverare certi vezzi iper-minimali degli Hafler Trio, che però stavolta ha bisogno di una lente d’ingrandimento davvero troppo grande. A suo modo, però, Drumm fa una cosa che non avevo mai visto fare (e di questo gli va dato atto): estrarre dal suono una radice quadrata prossima allo zero. Però non possiamo sempre nasconderci dietro a un mignolo con l’alibi del “less is more”.

Di ascoltatori caparbi e pazienti ce ne saranno, ma queste loro doti magari le avranno già impegnate con le composizioni fenomenologiche di Alvin Lucier per corde vibranti, ad esempio, perché stavolta non è né il mistero del vedere una cosa da fuori né la complessità di osservarla dal dentro (prendo spunto da un’intervista ad Andrea Valle), dato che l’approccio alla materia qua appare fin troppo “ludico”.

Così, nell’attesa che Kevin Drumm mi stronchi dopo aver letto questa recensione, io stronco lui.

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