Cosa fai se maggio è appena cominciato e hai voglia di farti accarezzare un po' dal tepore primaverile, di sentire il profumo dei fiori appena sbocciati?
Cosa fai se sei appena rientrata dalla quiete campestre del Galles e fatichi un po' a riabituarti ai ritmi frenetici della metropoli?
Beh, vai ai Kew Gardens ovviamente!
I Kew Gardens si estendono per più di 120 ettari e sono una delle più vaste collezioni botaniche esistenti al mondo.
[Wikipedia dice *la* più grande - però io sono un po' scettica al riguardo e preferisco tenermi sul vago]
I Giardini possono comodamente essere raggiunti in metropolitana, scendendo all'omonima fermata della District Line; oppure, se non si ha fretta, si vuole provare qualcosa di alternativo (e si è pervasi da una sottile - sottilissima - vena di masochismo), in battello come ho fatto io.
Il battello per la cronaca si prende all'Embankment, proprio dove il Big Ben ed il Parlamento mettono i piedi a mollo nel fiume - ed è un percorso piuttosto interessante, con il Tamigi a farti da guida, sbirciando dalla finestra dell'argine del fiume dentro le variegature sorprendenti e sfaccettate della Londra più periferica, che non è più solo fatta dei profili di pietra frastagliati dei suoi monumenti più celebri, ma offre curiosi agglomerati architettonici anni '60, club esclusivi sul lungofiume, calette solitarie e pub dall'aria molto hippy.
E ponti, ovviamente.
Sì, caro Tamigi... hai proprio dei bei ponti, sai?
Tanti tanti ponti - ognuno diversissimo dall'altro, ognuno unico e particolare.
Il Tamigi è un buon collezionista di ponti: gli piacciono quelli eleganti ed originali.
Dove sta il masochismo direte voi?
Beh, il viaggio in battello dal centro di Londra ai Giardini dura 1 ora e mezza. Il maggio londinese, soprattutto durante la prima mattinata, è decisamente più fresco del nostro. E i sedili del battello sono in legno...
Già verso Chiswick le mie terga intirizzite cominciano a pregare il Tamigi di smetterla di mostrarmi la sua collezione di ponti e farmi vedere invece l'imbarcadero di Kew - ma la tortura dura ancora un po'.
Ma poi, finalmente, si attracca.
E comincia l'esplorazione di questo regno della botanica, di questo piccolo mondo a parte - tanto che, non solo ha un suo mezzo di trasporto (il Kew Explorer, un trenino che collega le principali attrazioni dei giardini e da cui si può salire e scendere a piacimento, quando si ha fretta o si è troppo stanchi), ma ha anche un suo organo di polizia.
Forse, trovandomi a pochi giorni di distanza dalla mia visita ai Bodnant Gardens, mi sento un po' viziata, e dal giardino botanico più celebre d'Inghilterra mi aspettavo almeno altrettanto incanto fiabesco del suo collega gallese - mentre Kew, all'occhio profano di una non-esperta di botanica, non pare molto diverso dai tanti (comunque bellissimi e curatissimi) parchi pubblici cittadini di Londra ad ingresso completamente gratuito.
Ma una giornata trascorsa in mezzo ad un verde talmente ricco e profondo da farti dimenticare di essere in città, esplorando le sorprese che nasconde, per quanto mi riguarda val bene le 16 £ del biglietto.
Girare per i Kew Gardens è un po' come partecipare ad una caccia al tesoro.
A tratti vedi solo verde ondeggiante accarezzato dalla brezza, boschi alti ed ombrosi che fan da guardiani a distese punteggiate di campanule blu - ma sai che da qualche parte c'è nascosto qualche piccolo tesoro inatteso, a cui la natura fa da scrigno.
La Palm House, ad esempio, è una serra dalla struttura sinuosa e tipicamente vittoriana: fatta di vetro e ferro battuto, sembra una gabbia di cristallo che contiene un micro-mondo di piante tropicali.
L'atmosfera è umida e rarefatta come il clima richiede, e le chiome lussureggianti delle palme si possono guardare anche dall'alto, arrampicandosi su una scala a chiocciola che porta ad un camminamento sopraelevato di 9 mt.
Dopo aver attraversato un bosco, ci ritroviamo in Estremo Oriente.
La Pagoda Cinese è stata eretta a metà del 1700 ed è costituita da dieci piani a forma ottagonale, che originariamente erano sormontati da dragoni di legno dipinti d'oro.
E, oltre alla Cina, c'è anche un angolo di Giappone, con tanto di giardino zen e con la riproduzione in scala di uno dei templi di Kyoto.
E ancora, continuiamo fra palazzi, musei, cottage che sono stati doni di nozze per regine e camminamenti sospesi fra gli alberi.
Ma, oltre al tesoro, è bello anche semplicemente godere dello scrigno che lo ospita...