Kiki - Consegne a domicilio

Creato il 04 maggio 2013 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1


Arriva un altro anime prodotto dallo Studio Ghibli e diretto dal maestro per eccellenza Hayao Miyazaki. Tratto dall'omonimo romanzo di Eiko Kadono, del 1985 e pubblicato in Italia solamente nel 2002, Kiki - Consegne a domicilio approda nelle nostre sale oggi, distribuito dalla Lucky Red. Il film viene presentato, dopo la distribuzione italiana in home video, al Festival Internazionale del Film di Roma nel 2010, in versione sottotitolata e adattata da Gualtiero Cannarsi
Finalmente possiamo ammirare in sala e nella nostra lingua, un film che torna ad innalzare quegli elementi stilistici e poetici, da sempre tipici dell'Anime giapponese, in particolar modo quello di Hayao. La storia di Kiki è quella di una "streghetta" in procinto di partire per il cosiddetto noviziato da strega. Ogni bambina infatti, come tradizione vuole, compiuti i 13 anni deve prendere la sua bella scopetta e partire da sola alla ricerca di sé. Assieme al suo compagno inseparabile Jiji, adorabile gattino nero, e alla radio presa in prestito dal padre, Kiki inizia questa grande avventura, chiara metafora del delicato passaggio che accompagna i bambini  all'età adulta. Nella caratteristica cittadina di mare scelta da Kiki, ci saranno le prime paure, i primi ostacoli da superare quando inizia la vita da "grandi", senza più il pronto intervento di mamma e papà. Ad accogliere la piccola strega e a darle la giusta dose di sicurezza e ospitalità, sarà la signora Osomo, una simpatica fornaia. Dal momento che ogni giovane "specializzanda strega" deve avere una propria specialità, la protagonista di Miyazaki punterà tutto su ciò che sapeva fare meglio, ovvero volare. Ora Kiki ha una casa sicura e un lavoro vero e proprio, in sella a una scopa e armata di tanta buona volontà e gentilezza, conquisterà gli abitanti della nuova città, con le sue mirabolanti consegne a domicilio...

Parliamo forse di uno dei Miyazaki più "semplici", perché c'è veramente poco di quel tratto fiabesco o fantasy che rimanda, per la maggiore, ai suoi più noti lungometraggi. Qui c'è una bambina, che al di là del suo essere strega, è piuttosto comune se pensiamo a come siamo stati noi stessi a quell'età. Certo vola su una scopa, questo si, però quello che contraddistingue Kiki e quello che conquista lo spettatore di ogni età, è proprio la sua naturalezza, i suoi momenti di sconforto, le sue paure; e per finire quella dote tipica dei bambini di rialzarsi, non appena caduti a terra, con assoluta nonchalance. Tornano gli elementi che richiamano il vento, metafora della leggerezza. Il mare, emblema della natura più incontaminata e cristallina. La crescita, un'influenza vissuta come l'ultimo giorno sulla terra. L'imbarazzo di fronte a un ragazzino simpatico fissato con il volo. Il sentirsi soli nel momento in cui il nostro amico a quattro zampe sembra aver trovato una compagna migliore, tanto da non comprendere più nemmeno la sua voce. E' bellissima la sequenza in cui Kiki non riesce più a sentire la voce di Jiji, uno dei momenti più teneri del film.Che dire di più, io concluderei dicendo che non parliamo di uno dei migliori Miyazaki, ma vale sempre la pena ammirare questi affreschi così puri, perché qualcosa che ci conquista e ci riporta indietro nel tempo, a ben vedere, c'è.

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