"Kill la Kill": il Dualismo tra Abito e Nudo!

Creato il 22 luglio 2015 da Marco Giorgio @MarcoGiorgioGM

Scritto da Marco Grande Arbitro

Mi capita raramente di vedere anime davvero coinvolgenti. " Kill la Kill" è stata una bellissima sorpresa che mi ha fatto rivalutare l'intero mondo dell'animazione giapponese. Nel 2013, la giovane casa produttrice Trigger ha dato vita all'opera del duo Hiroyuki Imaishi e Kazuki Nakashima (famosi per "Sfondamento dei Cieli Gurren Lagann"). La visione di quest'opera è stata una cavalcata d'emozioni tra colpi di forbice, botte da orbi, nudo "vedo-non-vedo" e cambi di ultra-abiti!
Qualcosa di unico nel suo genere...

Come inquadrare " Kill la Kill"? Direi che è un calderone di generi ben amalgamati tra loro. Vediamo:
- elementi shōnen (caratterizzati dai tipici combattimenti del genere, accompagnati ritmo comico);
- elementi shōjo (vista la presenza della protagonista femminile);
- elementi seinen (vista la forte dose di violenza gratuita e di sangue)
- elementi ecchi (per la prima volta il fanservice è funzionale ai fini della trama).
Tutto quanto si mescola generando un'opera avvincente. Le influenze sono davvero tante: sfociano tra " elementi tarantiniani", la scuola letteraria europea e la cultura del manga classico. Senza dimenticare le ondate di citazione che vanno da " Le Bizzarre Avventure di Jojo" a " Tom & Jerry"!

Trama: "Kill la Kill" è ambientata in una Tokyo distopica, per la precisione nella Tokyo Bay. Il temibile Liceo Honnōji è composto da un consiglio studentesco dittatoriale: i loro terribili membri indossano le ultradivise, ovvero abiti che donano poteri sovrumani. In città arriva una strana ragazza: il suo nome è Ryūko Matoi. Ryūko vuole vendicare la morte di suo padre, avvenuta per mano della presidentessa Satsuki Kiryūin. Tuttavia, la ragazza viene facilmente sconfitta dagli adepti del consiglio studentesco... Fortuna vuole che Ryūko riesce a trovare Senketsu, un'ultradivisa unica nel suo genere. Con la giusta "armatura", Ryūko è pronta ad affrontare la sua battaglia!

" Kill la Kill" è un'opera di vendetta, di combattimenti e di ricerca della verità.
Tuttavia l'intero anime danza sul dualismo della contrapposizione tra abito e nudo.
Indossiamo abiti e vestiti per due motivi fondamentali: sia per usi pratici (come proteggersi dal freddo), che per usi sociali (come per coprire le nudità). Ma sappiamo anche che il vestiario ha guadagnato uno status sociale: un vestito bello e costoso ti rende una persona interessante, mentre con un vestito vecchio e trasandato vieni messo da parte.
Alla faccia del proverbio " l'abito non fa il monaco"!
Nell'opera viene ripreso questo concetto, ma potenziato in un'ottica dittatoriale... Chi indossa un'ultradivisa è destinato a comandare, mentre chi non la possiede è destinato a vivere da sottomesso. Le divise diventano quindi simbolo di distinzione, di elevazione e divisione tra le folle. A rafforzare questo concetto, nel primo episodio vediamo una citazione a " 1984" di George Orwell! Qui mi viene da pensare un pensiero molto elementare: se fossimo tutti schiavi della mode? Se ci omologassimo e ci alienassimo sotto un unico pensiero? Mode che sono volute da un gruppo di pochi...
Dall'altro canto c'è una " scoperta del nudo". Mi spiego meglio: "Kill la Kill" è prima di tutto una grande parodia animata. Non fraintendetemi: non ci troviamo dinanzi una storia comica e demenziale (tipo " Excel Saga"), qui vediamo la dissacrazione dei generi sopracitati. Ad esempio: "Kill la Kill" distrugge il concetto di fanservice. Nelle 25 puntate ( composte 24 episodi e 1 OAV) vedrete tante di quelle scene ecchi ( erotiche, non pornografiche) che ad un certo punto lo spettatore ci farà il callo... Anzi, diventeranno anche utili per i fini della trama!
Questa scelta mi fa venire in mente il racconto biblico di Adamo ed Eva. Come sappiamo, quest'ultimi mangiarono il frutto della conoscenza con lo scopo di guadagnare la stessa consapevolezza di Dio. Una volta cibati, i due si vergognarono perchè si accorsero di essere nudi... Il nudo in "Kill la Kill" fa proprio questo effetto: non è qualcosa di cui imbarazzarsi, ma è l'armatura che mostra la natura dell'essere umano. E' come se si volesse riottenere l'innocenza e la semplicità perduta!
Nonostante queste grandi differenze siano in conflitto, sono legati dal quel famoso filo rosso del destino tanto citato dalla cultura giapponese. Perchè a fine della storia, questo scontro di ideologie s'intrecceranno: componendo un'unica tela...

Altra colonna portante dell'opera sono i protagonisti. La cosa che mi ha più colpito è che ogni personaggio è stato ben caratterizzato. Lo spettatore di affezionerà ben presto ad ognuno di loro...

Mi fermo qui con la lista dei personaggi, perchè ce ne sono davvero tanti e non voglio togliervi il piacere di scoprirli uno ad uno...

"Kill la Kill" si è ufficialmente concluso nello scorso Marzo 2014. A fine visione, mi sono ritrovato con un certo senso di soddisfazione. Ho assistito a qualcosa di coinvolgente, potente e divertente... Al termine mi sono sentito " sazio", perchè la storia aveva centrato il suo obbiettivo.
Se volete recuperare altri media su "Kill la Kill" vi consiglio di leggere l'omonimo manga edito in Italia dalla Panini Comics (composto da tre volumi) e di ascoltare il doppio cd della colonna sonora dell'Anime. Non si esclude che ben presto potrebbe uscire anche un ...

Consigli a tutti di visionare "Kill la Kill", rimarrete sorpresi nel vedere un prodotto unico e coinvolgente! E' possibile recuperare i ventiquattro dal sito ufficiale della Daisuki: gli episodi sono in lingua originale, ma con la possibilità di scegliere la lingua dei sottotitoli (italiano compreso). Quindi cosa aspettate?

Il post si conclude qui. Prima di andar via vorrei ringraziare la collega blogger Acalia di " Prevalentemente Anime & Manga". E' grazie a lei che sono riuscito a conoscere quest'opera... Questo è il bello della blogsfera!

Vi saluto... alla prossima!


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