Friedkin infatti abbandona la drammaticità e la butta sul nonsense, dirigendo un poliziesco strampalato e volutamente 'caciarone', grottesco ma divertentissimo, con personaggi che ricordano molto, perlappunto, quelli 'tarantiniani'. Nel senso, per capirci, che non c'è uno che abbia tutte le rotelle al suo posto: a cominciare proprio da Killer Joe, un poliziotto 'sui generis' che per arrotondare lo stipendio si diletta nel tempo libero a fare il sicario... Costui (interpretato da un Matthew McConaughey 'stranamente' bravino) riceve un offerta da una famiglia di balordi per eliminare l'ex-moglie del patriarca e riscuotere il denaro dell'assicurazione sulla vita.
Naturalmente niente andrà come deve andare: Killer Joe esegue alla perfezione il suo compito, ma riscuotere il denaro sarà più difficile del previsto. E allora, come 'deposito cauzionale', il nostro è intenzionato a mettere le mani (in tutti i sensi) sulla figlia minore del mandatario, una biondina decerebrata ma indubbiamente carinissima...
Ma, aldilà dell'aspetto goliardico, il film è un'amara istantanea sull'America dei bassifondi, delle roulottes trasformate in case, della gente ignorante e senza speranza che ormai è parte cospicua della popolazione a stelle e strisce. Friedkin si è sicuramente divertito molto a girarlo, ma il suo sguardo feroce, sarcastico e inevitabilmente pessimista sul'americano medio è evidente e intatto.
VOTO: ***