Con le vicissitudini del passaggio di blog ho aspettato un po’ a parlare del Kindle Store Italia che, come sapete, ha aperto da poco i battenti. Per molti si tratta della vera occasione degli ebook di affermarsi anche qui da noi, con grande ritardo e con i soliti inutili dibattiti in stile tifoseria calcistica. Gli ebook non sostituiranno la carta, ma la integreranno. Le storie non “profumano”, bensì sono belle o brutte. Questo vale se sono scritti su materiale cartaceo, se li si legge su display, su tavolette di cera o in graffiti su lastre di cemento. Io la vedo così.
Come dicevamo pochi giorni fa sul vecchio blog, la mancata affermazione degli ebook in Italia è forse da ricondursi alla naturale pigrizia del nostro popolo: pochi lettori, poco propensi agli acquisti online (unico modo per comprare un libro digitale, ovviamente), sempre alla ricerca della versione gratuita/piratata di quello che, pagando, costerebbe 1 o 2 euro.
Dunque, il Kindle Store sarà capace di fare il miracolo? Tra i miei mille amici di Facebook ho notato che già in molti si sono precipitati ad acquistare l’ereader Kindle, poco costoso (99 euro) e molto, molto pratico. Leggero, simile in tutto e per tutto a un libro (intendo dire come qualità/esperienza di lettura), minimal quanto basta. Ma per chi non conosce l’inglese, cosa si trova nel mercato italiano degli ebook? Beh, diverse cose.
In primis ci sono le versioni digitali – ancora poche – dei bestsellers proposti dalle nuove case editrici. Si va da prezzi in qualche modo accettabili, diciamo 9.99 euro (che sono comunque tanti), ad altri stupidi e per questo risibili, come per esempio l’ultimo di Carofiglio, venduto a 14 euro. A questo punto meglio il cartaceo.
Ci sono poi le autoproduzioni. Qui, come qualcuno vaticinava, si alternano solenni porcate impaginate in modo osceno (e scritte… bah… immagino non molto diversamente) a lavori interessanti. Per molti opinionisti questo sarà il vero problema del Kindle Store: un reflusso di melma che porterà tutti gli scribacchini repressi a tirar fuori il tipico manoscritto nel cassetto e a buttarlo su Amazon a 1 euro. Io sono più ottimista: credo nella selezione naturale e penso anche che sarà sufficiente googlolare per reperire informazioni su questo o quell’autore. Se è un dilettante allo sbaraglio si troverà ben poco su di lui. Viceversa avrà un blog, dei lavori consultabili gratuitamente, qualche recensione sparsa sul Web. Per farla breve sarà uno come me, come Glauco, come Angelo Benuzzi, come Germano, come tanti altri.
A questo punto mi si pone un dubbio del tutto personale: tentare di vendere qualche ebook sul Kindle Store, oppure proseguire nell’esperimento ebook scaricabile gratuitamente+donazione opzionale e volontaria? Perché sì, il Kindle Store ha molta visibilità, ma c’è da capire quando e come cambierà la mentalità italiana…
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