Kitty, Daisy e Lewis non hanno mai preso lezioni, semplicemente sono cresciuti trovando per casa Durham degli strumenti e cedendo al loro richiamo. Si può dire che la musica sia stata una conseguenza logica della loro vita e, in effetti, l'ondata di energia che portano sul palco ha la forza di un'eclissi solare che ti obbliga a guardare il mondo con occhi nuovi. Loro sono tre fratelli inglesi nati da un ingegnere del suono e una batterista che negli anni ’70 suonava nella band post-punk The Raincoats e hanno classe e temperamento da vendere.
Li abbiamo visti ieri sera al Magnolia, dopo aver consumato negli anni i loro album. Presentano il terzo lavoro “KITTY, DAISY & LEWIS THE THIRD”, composto da 16 tracce registrate in uno studio che il trio ha ricavato da un ristorante indiano abbandonato a Camden Town e prodotte dal leggendario chitarrista dei Clash, Mick Jones.
Con loro, sul palco, i coniugi Durham: mamma al contrabbasso e padre alla chitarra.
Il pubblico è entusiasta e coinvolto. Daisy si muove principalmente tra pianola e batteria, Kitty tra armonica, basso e batteria e Lewis si concentra su voce e chitarra. Arriva in scena anche il trombettista jamaicano Eddie “Tan Tan” Thornton. Fenomenale.
Hanno voci grintose e una grande presenza scenica, non a caso sono stati apprezzati da Chris Martin, Bryan Adams e Amy Winehouse presenti ai loro primissimi concerti. Fanno i brani del nuovo album come Feeling Of Wonder e Baby Bye Bye ma anche grandi successi precedenti come Messing With My Life e Going Up The Country.
A fine concerto, conclusosi con una serie di assoli travolgenti, i fratelli scendono a firmare autografi.
Tutti insieme, sorridenti. Una grande happy family anni '50 che ci manda a casa con gli occhi lucidi.
http://www.kittydaisyandlewis.com/
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