Klimt e Warhol: Kuss & Kiss al Belvedere di Vienna

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Venerdì santo, in metropolitana a Vienna, c’erano tante, tantissime voci italiane. Se a queste voci unirete la vostra, non dimenticate, fino al 6 Luglio, di visitare al Belvedere Superiore, la sala dedicata ad un interessante esperimento espositivo che porta ad accostare due mostri sacri dell’arte del XX secolo: Klimt e Andy Warhol.

Entrambi si misurano su un tema appassionante: il bacio. “Il Bacio” di Klimt, una produzione lirica, preziosa, dell’artista del 1907, ambiziosa e complessa, appartenente alla sua stagione dorata, è una delle opere più note della storia dell’arte planetaria. Questo olio, prorompente, debordante, divenuto famoso per la sua sensualità e il forte impatto simbolico, è un inno alla vita e alla gioia. Ne “Il Bacio” Klimt prende con sapienza a piene mani dalla tradizione bizantina; tuffa il suo pennello fra i Mosaici di Ravenna, ruba fra le decorazioni della Basilica Cisterna di Istanbul, imprime negli ori di Monreale.

L’ambizione di Klimt è di sollecitare l’osservatore verso un sentimento nobile, alla pienezza eroica, sensuale ed estetizzante dell’esistenza: un invito a tralasciare incondizionatamente la rigidità gessosa dei costumi sociali piccolo borghesi, convenzionali. Nel 1963 Warhol, diversamente, riprende tredici coppie mentre si baciano e ne fa un film, ovvero “Kiss”. Si tratta di un’operazione rivoluzionaria destinata a dare un pugno alla morale comune: infatti secondo il codice Hayes, le linee-guida che per molti decenni avevano normato la produzione cinematografica americana, l’atto di avvicinare le labbra sullo schermo non poteva superare i tre minuti per non alterare le coscienze. Il film di Warhol superò addirittura i 54 minuti mettendo in primo piano sullo schermo coppie etero, gay e, persino, una coppia mista nonostante in molti stati federali queste e omosessuali fossero puniti dalla legge.

Warhol anticipava i tempi: nel 1964, infatti sarebbe apparso il Civil Right Acts che dichiarava illegale la segregazione dei neri; nel 1967 era legge la fine del divieto dei matrimoni misti e, nel 1969, avrebeb avuto luogo la rivolta di Stonewall a New York da cui sarebbe partito il movimento di liberazione omosessuale.  Realizzato con una cinepresa 16 mm in bianco e nero e proiettato al rallentatore, “Kiss” sembra un quadro in movimento generando un effetto pittorico e straniante che Warhol avrebbe ripetuto in altri lungometraggi come nel famoso Empire: otto ore di riprese con telecamera fissa sull’Empire State Building. Se passate da Vienna, non dimenticatevi di loro: il vostro cuore si arricchirà di questo bacio.



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