Regia: Eli Roth
Interpreti: Keanu Reeves, Lorenza Izzo, Ana de Armas
Trama: Evan Webber ha tutto quello che un uomo può sognare dalla vita. Un bel lavoro, è architetto, una bella moglie, artista, due figli splendidi e una casa stupenda progettata da lui stesso. Il giorno della festa del papà, mentre la sua famiglia è al mare per il fine settimana, Evan resta a casa a lavorare ad un importante progetto. E' tardi fuori piove, e qualcuno bussa alla porta. Due giovani donne bagnate come pulcini sono sulla soglia di casa....pronte a trasformare la vita da sogno di Evan in un incubo.
Non importa chi siete, non importa quanto amate la vostra famiglia, voi non dite mai di no.Voi due eravate come una pizza gratis.
Per la seconda volta in poco tempo, nel mio piccolo caffè cinematografico mi trovo a parlare di Eli Roth, evento quasi epocale considerando che il buon Eli non è certamente il mio regista preferito.
Però dopo "The green inferno", a sorpresa non fatto letteralmente a fettine ma elegantemente liquidato come "innocua schifezzuola", ho deciso, colta da insospettabile magnanimità, di dare una possibilità a questo "Knock Knock".
Giudicare "Knock Knock" da un punto di vista non strettamente femminile è durissima. Perché il primo pensiero a formarsi nella mente di una donna, mentre guarda questo film è che, a parti invertite, il film non sarebbe mai esistito. Perché una donna mai, volontariamente, aprirebbe la porta a due sconosciuti.
Detto questo diciamo subito che "Knock Knock" spiazza sia i detrattori sia i fans di Roth. Perché non siamo davanti ad un horroraccio splatter ma ad una commedia nera.Ma non è soltanto questo a lasciare abbastanza attoniti tutti coloro che attendevano il consueto trionfo di violenza e frattaglie.A lasciare piuttosto confuso lo spettatore c'è quasi un desiderio con "Knock Knock" da parte di Roth di mostrare un cambiamento. Perché, e continuo a sorprendermi a scrivere una cosa del genere , in "Knock Knock" abbiamo qualche momento egregio, la bella panoramica iniziale sulla casa perfetta di Evan contrapposta alla devastazione finale, e persino qualche sprazzo di intelligenza, la scena in cui la Izzo spiega ad un Reeves mezzo sepolto la natura umana (maschile).Momenti in cui Roth pare voler dire: "visto che non sono così cialtrone come pensate?"...e quasi quasi ci credevo pure io.Peccato si tratti, per l'appunto, di sprazzi. Perchè per la maggior parte del film si ricorda di essere, Roth, ovvero l'amico un po' scemo di Tarantino, e la butta in caciara.Lo aiuta sicuramente un Keanu Reeves il cui personaggio merita il premio di coglione dell'anno, che si fa (s)battere come una pignatta, pur mantenendo quasi sempre un'espressione piuttosto perplessa, da due che nella realtà abbatterebbe in cinque secondi netti, facendo oggettivamente la figura dello scemo.Molto meglio Lorenza Izzo, moglie e musa del caro Eli (che vorrei però vedere recitare anche diretta da altri) e Ana de Armas, vere e proprie odiosissime mattatrici della pellicola. Pur rappresentando un ulteriore passettino in avanti rispetto a "The green inferno", già meno schifido delle precedenti opere di Roth, "Knock knock" alla fine è poca cosa.Ma in giro c'è davvero molto peggio.E giuro, vorrei il sequel soltanto per vedere cosa racconta quel fesso di Evan alla moglie tornata a casa..