Koneskin-"Liberty Place"

Creato il 20 dicembre 2015 da Athos Enrile @AthosEnrile1

I propongono Liberty Place , album di debutto che viene rilasciato un paio di anni dopo la costituzione della band, anche se l'alchimia non nasce casualmente, ma è frutto di una lunga frequentazione e identità di vedute musicali.

Arrivo a loro attraverso la conoscenza con il batterista Sergio Ponti, un musicista che ho sempre contestualizzato nel " mondo Jethro Tull ", per via dell'alto numero di concerti che lo hanno visto protagonista in quell'ambito, assieme alla Beggar's Farm.

Ma è evidentemente riduttivo, giacchè i suoi progetti sono molteplici e direi molto variegati.

Non conoscevo invece Gabriele Zoccolan, chitarrista, e Feryanto Demichelis, tastierista e vocalist, ed è stato piacevole scoprirne le notevoli qualità.

Un progetto simile prescinde però dalle competenze individuali a favore del sound generale, caratteristica voluta e quasi imposta, che si allontana da certo new prog, molto diffuso, ancorato con forza al narcisismo delle trame seventies.

Nell'intervista a seguire ho posto una domanda poco opportuna - o meglio, formulata con troppo anticipo - che nascondeva i miei dubbi, quelli legati al fatto che la stessa potenza d'urto palesata nel lavoro di studio potesse difficilmente replicarsi in fase live: avrei trovato da solo la risposta guardando meglio la disponibilità della rete, perché il video che propongo a fine articolo permettere l'immediata fermatura del cerchio.

Il " Power Trio " di cui parlo non è tradizionale, perché l'antico appellativo fu coniato per band tipicamente rock blues, dove era impossibile prescindere da un'imponente e tradizionale sezione ritmica.

La potenza dei Koneskin risiede invece nella proposta di un tappeto sonoro che colpisce all'improvviso, che circonda, che fa vivere l'ascolto nell'attesa del ristoro, a cui seguirà una nuova ondata a tre dimensioni.

Le tinte sono scure, difficilmente arrivano raggi di luce, e i paesaggi che vengono alla mente disegnano una distopia sottolineata dalla vocalità soffusa e controllata di Feryanto Demichelis, e tutto questo affascina, perché attraverso la ricerca timbrica, la cura dei dettagli, la sperimentazione, nasce il " sound Koneskin ", frutto delle contaminazioni di una vita, sicuramente originale, nemmeno troppo difficile da assimilare.

Sono solito allontanare l'eccessiva razionalità nei miei commenti, convinto che la musica sia soprattutto fatto istintivo, dove il bello e il meno bello siano solo punti di vista, dove la tecnica è spesso superata dalla capacità di creare quell'atmosfera che ti afferra e non ti abbandonerà mai più... e così, ascoltando questo nuovo disco, la memoria è caduta ad un momento preciso della mia vita, quando, diciassettenne - era il 1973 - fui testimone di una performance dei King Crimson, che iniziarono il loro set torinese con Larks' Tongues in Aspic.

Nessuna comparazione, nessuna esaltazione, ma solo la constatazione che Liberty Place contiene i germi di un passato ben preciso, rinforzato da esperienze più moderne di artisti che possiedono la capacità di realizzare situazioni in bianco e nero, sentieri sonori intrisi di una certa malinconia meditativa, che quando arriva lascia il segno, e quando manca la andiamo a cercare, a costo di soffrire.

Trentasei minuti di tensione, trentasei minuti di dolcezza alternata a forza prorompente, trentasei minuti di musica che non lascerà indifferenti.

Gabriele e Feryanto mi hanno contattato un paio di anni fa e fatto sentire alcune idee che mi hanno entusiasmato da subito.

Ci accomuna innanzitutto una grande amicizia e, subito dopo, una stima reciproca nelle rispettive capacità musicali, creative ed esecutive. A livello di gusti, questi sono così diversi ed eterogenei da "garantire" che nessuno di questi emerga in maniera predominante nelle nostre composizioni. Gabriele adora Jorma Kaukonen, ZZ Top e King Crimson; Feryanto potrebbe citarti Blonde Redhead, Sakamoto e Sigur Ros, Radiohead ed io Queen, Jethro Tull, Creedence Clearwater Revival e parecchio metal estremo.

Il nostro obiettivo è suonare e comporre esclusivamente musica originale, sperando sia apprezzata e diffusa. Per ora pare funzionare!

Tranne che nel brano "Maya", non vengono utilizzate basi.

- Abbiamo collaudato la band con una serie di date in Romania, dove sono conosciuto come batterista di Dordeduh e Sunset in the 12th House. Con queste due formazioni ho suonato tra il 2013 ed il 2014 in tutti i più importanti metal fest in Europa: Hellfest, Wacken, Rockstadt Extreme, e sono delle vere e proprie istituzioni nazionali. Ciò ci ha permesso di poter trovare più facilmente contatti per esibirci davanti ad un pubblico attentissimo e rispettoso. Devi sapere che in Romania non esistono praticamente tributi e cover band, per cui non è difficile per una band sconosciuta, che propone composizioni originali, trovarsi di fronte ad un pubblico di 200/300 persone a sera. Pubblico che però ha gusti raffinati e grande cultura... se non piaci o gli ricordi altre band, al terzo pezzo sono tutti fuori a fumare. A noi è successa una cosa molto bella: durante la tournée si è sparsa la voce sui social network e tramite passa parola, che la band funziona e, ad ogni data, abbiamo ottenuto un consenso di pubblico sempre maggiore. E' stato fantastico! Inoltre, abbiamo pronto uno spettacolo dove musica ed immagini sono completamente sincronizzate, per tutta la durata dello show: stiamo solo cercando un posto dove poterlo proporre!

Parliamo dell'album di esordio, Liberty Place: qual è l'anima dell'album dal punto di vista lirico, del messaggio?

- " Liberty Place" risveglia una presenza sensibile, a volte nascosta, ma insita in ognuno di noi, nella mente e nell'essere; suonare questi brani è come lasciare che la musica emerga naturalmente, come naturalmente si respira o si parla; siamo una band super sconosciuta e abbiamo molto da imparare, ma consideriamo questo esordio un buon punto di partenza e un buon tentativo di "connessione" e sperimentazione musicale, un luogo libero da ogni forma chiusa o da regole, che stimola in ognuno di noi la voglia di riscoprire un luogo abbandonato, in cui si genera la forma, attraverso cui ciò che viene solo sentito possa in qualche modo essere immaginato, visto, sognato vissuto e raccontato.

- Le nostra musica è concepita prima di tutto come evento sonoro, con l'intento di riempire ampi spazi sia fisici che interiori, senza tempo, riconsegnando il giusto valore al "silenzio" come condizione del suono e materia sonora: il silenzio per noi è un mezzo espressivo pieno di potenziale significato. Spesso mettiamo volutamente da parte le nostre qualità tecniche virtuosistiche strumentali per mettere al centro la forza espressiva di ognuno di noi e le potenzialità dei nostri strumenti. Prediligiamo una ricerca molto accurata per il gesto e per i dettagli, ci divertiamo a creare incastri ritmici a volte casuali, tensioni sonore senza mai risolverle, dialoghi ed imitazioni su diversi strati , accompagnate da melodie vocali sospese.

Siamo molto affascinati dal concetto di band come era sviluppato negli anni '60 e '70 da gente come Area, PFM, Genesis, Queen. Suonare tanto assieme, ascoltarsi e... connettersi, per creare attraverso la ricerca quotidiana un linguaggio musicale proprio, unico ed inimitabile. Nei nostri brani non vi è mai un momento dove uno dei tre è solista. La regola è valorizzare se stessi dando spazio agli altri. Cogliere le idee altrui e valorizzarle . Siamo molto democratici e quindi tanto anacronistici quanto futuristi.

- Abbiamo un sound mediamente cupo, manteniamo tutti i suoni che usiamo in sala quando proviamo, cercando il più possibile di riportare in studio quella idea di compattezza sonora a cui siamo abituati e a cui puntiamo.

- Spesso veniamo annoverati come band Prog, talvolta Alternative e pure Post Rock. Io credo che i Koneskin siano tre Artigiani del linguaggio Rock intenti ad inseguire e spesso prevedere che tempo fa... fuori e dentro di loro. Il nostro è un rock emozionale ed emozionante.

-Suonando da circa sei anni costantemente in Romania ho avuto modo di conoscere Costin Chioreanu, uno dei grafici attualmente più richiesti a livello europeo, che collabora abitualmente con Dordeduh, Sunset in the 12th House, At The Gates, Opeth e tantissimi altri. Abita a Bucharest e ci siamo incrociati spesso. Quando sono nati i Koneskin ho fatto vedere a Feryanto e Gabriele alcuni suoi lavori e sono rimasti molto colpiti. Gli abbiamo spedito i brani, dandogli assoluta carta bianca: il risultato è esattamente ciò che vedi sulla nostra copertina.

Tengo a sottolineare che Costin, oltre ad essere veramente talentuoso è veloce, preciso ed estremamente professionale. Non ho dubbi sul perchè alcune delle band più importanti del panorama metal e prog si affidino costantemente a lui.

Eccoli dal vivo, mentre eseguono un brano dell'album...