Kosovo/ Dall’Aeroporto Amiko di Dacovika a Pec/Peja, KFOR, “Villaggio Italia”

Creato il 20 novembre 2011 da Antonio Conte

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11 luglio 2011 – Il responsabile del Media Tour  ha preso contatto con noi all’uscita dall’aeroporto di Amiko di Dacovika, gestito dall’Aeronautica Militare Italiana, si tratta del secondo dei due aeroporti del Kosovo. Insostituibile per la KFOR ha svolto e svolge un servizio ineccepibile, quotidianamente arrivano e partono aerei per l’Italia, quasi sempre sono aerei militari, vi è un transito di mezzi militari anche verso le altre nazioni della KFOR.

All’arrivo una breve sosta negli uffici dell’aeroporto per conoscerne il Comandante. Un incontro cordiale, e necessario – un grazie a chi ha preparato il programma – l’oretta di volo anche se con i tappi di protezione alle orecchie ci ha un po storditi, ma è stato davvero eccitante. Il comandante dell’Aeroporto Amiko ci spiega brevemente la storia del sito, ci informa anche di alcune tradizioni di questa zona del Kosovo, ed anche sui matrimoni, che in luglio ed agosto qui sono molto frequenti. Un caffè ci voleva proprio.

Prendiamo la strada a bordo del mezzo militare. Mi intrattengo con Daniele a parlare un po del blog e di fotografia. Daniele è un caporal maggiore addetto alla nostra scorta, è molto professionale, mi aveva riconosciuto immediatamente all’arrivo e salutato cordialmente, mi spiega che mi aveva già visto in una foto del sito Rassegna Stampa Militare. La cosa mi fa ovviamente piacere, non avevo pensato di essere ricevuto da un mio lettore. Mi sento davvero a casa e tra amici. Il Responsabile del Media Tour, il PAO KFOR di MNBG-W sovrintende ogni passaggio, è un Tenente Colonnello dell’Esercito Italiano e giornalista: Vincenzo Legrottaglie.

Nel viaggio in pullman non possiamo non notare delle cose, anche se guerra è ormai finita da circa 12 anni ed i segni tendono a svanire, ma si vedono case incompiute dalle pareti crivellate di colpi d’arma da fuoco, ed abbandonate come se non ci fosse più chi se ne prende cura.

Lungo la strada un trattore con un carrello ci rallenta l’andatura. Trasportano concimi,  o forse diserbanti, sul rimorchio alcuni giovani vengono trasportati con il carico. Qui tutto è permesso. La sicurezza stradale per questi ragazzi sembra non contare, ma per una nazione che viene dalla guerra magari viaggiare così all’aperto potrebbe anche dare quel senso di libertà, faticosamente cercato.

Alberi solitari, serre abbandonate scandiscono il nostro viaggio. Il terreno è spesso incolto, nessuna attività agraria di una certa importanza, non si notano impianti irrigui. L’economia non sembra basarsi sull’agricoltura. Grandi tratti di terreno apparentemente abbandonato, la raccolta di rifiuti nelle campagne è cosa da venire. Si notano anche costruzioni riadattate, le facciate sono mascherate da pannelli in vetro, quasi a fare il verso alle superfici dei grattacieli di New York. Ma qui non raggiungo che i tre o quattro piani, spesso il piano terra è una sala ristorante, quelle sale in cui abbiamo poi notato, festeggiare tanti matrimoni.

Eccoci finalmente in città, ci siamo quasi, sembra una città qualsiasi, anche qui locali con molte slot machine per sfidare la fortuna.

Siamo arrivati al campo KFOR “Villaggio Italia”, altri briefing, tesserini provvisori, e finalmente la cena. Domani inizia il nostro Media Tour, ma dove? Ancora un ultimo briefing per questa lunga giornata, prima di raggiungere la branda, a  Radio West, la celebre radio inaugurata dal Maggiore Arcangelo Moro durante le prime operazioni KFOR.

Ma, prima di togliere le scarpe e andare a nanna, una birra locale è quello che ci vuole, anche considerando il caldo che fa, quel bellissimo vento d’altura ed un cielo mai visto prima.

Il ritorno alla branda, stasera ha il sapore di una rara conquista, ma non prima di aver scaricato le foto e messo in carica tutte le batterie, domani si lavora di reflex.

Antonio Conte


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