Kosovo/ Serbia. Si prospettano elezioni ad Alta Tensione. L’Albania insorge.

Creato il 23 marzo 2012 da Antonio Conte

Kosovo: elezioni Serbia, minacce gruppo armato albanese

ANSAmed ) – PRISTINA/BELGRADO, 22 MAR – L’Esercito nazionale albanese (Ana), definito organizzazione terroristica da Stati Uniti e Unmik (missione dell’Onu in Kosovo), ha minacciato di usare la forza per impedire che le elezioni serbe del 6 maggio si tengano anche in Kosovo.

In un messaggio fatto pervenire al portale Balkan Insight, tale organizzazione, che sostiene l’unificazione del Kosovo con l’Albania, afferma di volersi impegnare con ogni mezzo “per difendere il Kosovo da una nuova invasione serba”. ”La direzione dell’Esercito nazionale albanese, in una riunione il 17 marzo scorso, ha deciso di riattivare tutte le sue strutture militari e dI opporsi alla Serbia e alle sue bande nella Repubblica del Kosovo”, si afferma fra l’altro nel messaggio.

Ana sostiene di aver cessato ogni attivita’ dopo la proclamazione d’indipendenza del Kosovo nel febbraio 2008, nella speranza che la Serbia consentisse al Kosovo di svilupparsi autonomamente. ”Ma a quattro anni dall’indipendenza la Serbia non ha posto fine al sabotaggio della repubblica del Kosovo. Ci appelliamo alla comunita’ internazionale prima che scoppi un conflitto armato, affinche’ intervenga per impedire una guerra balcanica”, si legge nel messaggio dell’Ana.

La polizia kosovara, secondo Balkan Insight, e’ a conoscenza di tale messaggio dell’Ana e si occupa della vicenda, mentre un invito a non drammatizzare e a non dare eccessiva importanza alla minaccia e’ venuto dal viceministro serbo per le questioni del Kosovo Oliver Ivanovic.

Le autorita’ di Belgrado, che non riconosce l’indipendenza del Kosovo, hanno piu’ volte detto che le elezioni legislative e municipali del 6 maggio prossimo si terranno anche in quella che continuano a ritenere una provincia meridionale della Serbia.(ANSAmed).

Kosovo/ Gli albanesi minacciano una guerra balcanica

www.rinascita.eu ) di Andrea Perrone - Tornano a fare la voce grossa i gruppi paramilitari albanesi. E si dicono pronti a riarmarsi e a provocare una nuova guerra balcanica. Sono gli appartenenti all’Esercito nazionale albanese (Aksh), movimento paramilitare attivo in Kosovo all’inizio del primo decennio del secolo, ma solo oggi nella lista nera Usa delle organizzazioni terroristiche. Con un comunicato inviato a diversi media locali, incluso il portale “Balkan insight” che ne ha dato notizia, Aksh ha rotto un silenzio di anni, annunciando che “il quartier generale, riunitosi il 17 marzo scorso, ha deciso di riattivare tutte le sue strutture militari e confrontarsi con la Serbia e i suoi gruppi nella Repubblica del Kosovo”.

All’origine della chiamata alle armi, la decisione di Belgrado di indire le proprie elezioni amministrative del 6 maggio, anche nei comuni a maggioranza serba del Kosovo. Aksh ha chiesto, pertanto, alla Comunità internazionale “prima che la guerra inizi, di intervenire e prevenire una guerra balcanica”. Da non confondere con l’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck), anch’esso di stampo terroristico, l’Esercito nazionale albanese (Aksh) è stato particolarmente attivo dopo la fine del conflitto contro Belgrado, nel 1999, firmando diversi attentati e attacchi bomba, a dimostrazione che cambiano le sigle ma i comportamenti criminali sono sempre gli stessi. Obiettivo dichiarato dell’Aksh e non solo: riunificare Kosovo e Albania. Il sogno della “Grande Albania” in sostanza non è mai morto e continua ad ispirare gli albanesi in patria e all’estero nonostante le diverse posizioni politiche che li animano. (www.rinascita.eu )

Kosovo/ L’Esercito nazionale albanese: “Niente elezioni serbe o useremo la forza”

www.eilmensile.it ) L’Esercito nazionale albanese (Ana) minaccia di usare la forza per impedire che le elezioni serbe del 6 maggio si tengano anche in Kosovo. In un messaggio indirizzato a Balkan Insight, l’Ana (definito ‘organizzazione terroristica dagli Usa) afferma di volersi impegnare “per difendere il Kosovo da una nuova invasione serba”.

“La direzione dell’Esercito nazionale albanese – si legge – in una riunione il 17 marzo scorso, ha deciso di riattivare tutte le sue strutture militari e di opporsi alla Serbia e alle sue bande nella Repubblica del Kosovo. A quattro anni dall’indipendenza, la Serbia non ha posto fine al sabotaggio della repubblica del Kosovo. Ci appelliamo alla comunità internazionale prima che scoppi un conflitto armato, affinché intervenga per impedire una guerra balcanica”.

La polizia kosovara, secondo Balkan Insight, è a conoscenza di questo messaggio dell’Ana e si occupa della vicenda, mentre un invito a non drammatizzare e a non dare eccessiva importanza alla minaccia è venuto dal viceministro serbo per le questioni del Kosovo Oliver Ivanovic. ( www.eilmensile.it )

Kosovo/ Presidente, inaccettabili elezioni serbe nel Paese. Pristina minaccia uso della forza per impedire il voto

(ANSAmed) – PRISTINA/BELGRADO, 21 MAR – Il presidente del Kosovo, signora Atifete Jahjaga, ha definito inaccettabile la dcisione della Serbia di tenere le elezioni legislative e locali del 6 maggio prossimo anche sul territorio del Kosovo. Cio’, ha sottolineato, mette in pericolo la sovranita’ e l’integrita’ territoriale del Kosovo e puo’ destabilizzare il paese.

In un incontro con il capo della missione dell’Onu in Kosovo (Unmik), Farid Zarif, il presidente ha chiesto espressamente che l’Unmik non partecipi all’organizzazione delle elezioni serbe in Kosovo. Pristina, ha detto Jahjaga, non puo’ consentire a un paese vicino o ai rappresentanti delle strutture parallele serbe in Kosovo di organizzare un qualsivoglia tipo di elezione in Kosovo.

”Ogni tentativo della Serbia di organizzare una qualsiasi forma di elezione in Kosovo costituisce una violazione delle norme e delle leggi internazionali e dei principi fondamentali europei”, ha affermato il presidente.

Il presidente del parlamento kosovaro Jakup Krasniqi, da parte sua, ha detto all’emittente di Pristina Rtv 21 che, se necessario, le istituzioni del Kosovo useranno la forza per impedire che le elezioni serbe del 6 maggio si tengano anche in Kosovo. (ANSAmed)

Kosovo/ Crimini guerra, ricercato estradato in Serbia

Semsi Nuhiju consegnato a Belgrado da autorita’ svizzere

( ANSAmed ) – BELGRADO, 22 MAR – Un kosovaro accusato di crimini di guerra contro civili serbi in Kosovo nel 1999, e’ stato estradato in Serbia dalla Svizzera nella tarda serata di ieri.

Semsi Nuhiju, membro del cosidetto Gruppo di Gnjilane, formazione appartenente all’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck), e’ giunto a Belgrado con un volo della compagnia di bandiera serba Jat Airways. Con lui agenti dell’Interpol e della gendarmeria serba. Subito dopo il suo arrivo all’aeroporto di Belgrado, dove erano presenti il ministro dell’interno serbo Ivica Dacic e il capo della polizia Milorad Veljovic, l’uomo e’ stato condotto in un carcere della capitale. Nuhiju era stato arrestato un anno fa in Svizzera su mandato di cattura dell’Interopl emesso dalla Serbia ( ANSAmed ).

Serbia: stampa, verso accordo per investimento Danieli - ANSA.itIl giornale riferisce di quanto detto ieri dal presidente serbo Boris Tadic, secondo il quale sarebero ormai nella fase terminale le trattative con una compagnia attiva nell’industria dell’acciaio, che garantirebbe alla Serbia un export ennuo fra i 750 … Guarda tutti gli articoli su questo argomento »

Auto: Fiat; Stampa, Marchionne in Serbia per nuova 500L - ANSA.it(ANSAmed) – BELGRADO, 21 MAR – L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, sara’ a Kragujevac (Serbia centrale) nella seconda meta’ di aprile per l’inaugurazione ufficiale dello stabilimento dove e’ in fase di avvio la produzione del nuovo … Guarda tutti gli articoli su questo argomento »

 Serbia: ecco l’erede di Zidane Testata di Simic in pieno stile Zizou - Sport Mediaset

Non era certo la finale di un Mondiale, ma quanto accaduto in Rad Belgrado-Ofk Belgrado (Superliga serba, la nostra Serie A) ricorda in tutto e per tutto quello che è successo tra Zidane e Materazzi durante Italia-Francia del 2006. Guarda tutti gli articoli su questo argomento »

Studenti siciliani a Belgrado - AgrigentoWeb.itGrazie infatti alla cooperazione fattiva tra i diversi studenti serbi di AEGEE Belgrado e gli studenti Agrigentini di AEGEE Agrigento si è potuto realizzare un importante progetto culturale che ha permesso di affrontare temi importanti come l’ingresso 
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Fiat, ad aprile l’inaugurazione dello stabilimento in Serbia
Corriere Nazionale
Torino – Sarà inaugurato ad aprile il nuovo stabilimento Fiat in Serbia dove il Lingotto produrrà la nuova 500L che sarà sul mercato da fine agosto. Intanto a Mirafiori l’azienda ha raggiunto l’accordo con le sigle sindacali per la ristrutturazione di 
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PASSAGGIO A SUD EST – La realtà politica dell’Europa sud orientale - Radio RadicaleKosovo: polemiche per la decisione della Serbia di far votare i serbi del nord alle elezioni del 6 maggio. Serbia: lo scandalo delle accuse di crimini di guerra al neo comandante dell’esercito; la riabilitazione del capo dei cetnici nella seconda 
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Fintel, controllata serba ottiene Location Permit per parco eolico - Teleborsa
 la controllata serba di Fintel Energia Group attiva nello sviluppo di parchi eolici, ha ritirato il Location Permit relativo al progetto denominato “Kula”, un campo eolico con una potenza complessiva prevista di 9 MW nell’area di Kula in Serbia.
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BALCANI/ IL RITORNO DEI GIANNIZZERI? LA LONGA MANUS DELLA TURCHIA

Ad un secolo dalla cacciata degli ottomani, i turchi sembrerebbero intenzionati a ritornare neiBalcani, ovvero la regione “europea” su cui la Sublime Porta ha esercitato il suo dominio fino al 1912. Già la fine della Guerra Fredda aveva segnato l’apertura degli antichi spazi dell’influenza ottomana e fra questi i Balcani hanno sicuramente rappresentato un’area d’interesse strategico per Ankara. Il governo turco è impegnato dal 1995 al fianco della Comunità internazionale nelle missioni di peaekeeping epeace enforcement attivate nell’ex Jugoslavia per cercare di stabilizzare l’intera area.

Una più decisa azione nei Balcani

Quando nel 2013 la Croazia diventerà membro dell’Unione Europea a tutti gli effetti, a restare fuori dal club saranno proprio i Paesi verso i quali il dominio della Sublime Porta è stato più profondo: involontariamente, Bruxelles ha creato una situazione paradossale.

E’ lo stesso Ministero degli Affari Esteri turco a sostenere nel suo sito ufficiale che i Balcani rappresentano una regione assai particolare per gli interessi del suo Paese. A essere messi in primo piano sono i profondi legami culturali, religiosi, umani e, in alcuni casi, linguistici tra le due aree. Il governo turco sottolinea anche come la sua presenza nell’area balcanica sia duplice: sia economica che militare. L’esercito turco ha infatti inviato i propri contingenti sia per le missioni NATO che per quelle ONU, nonché in qualità di Stato terzo nella missioni sotto l’egida UE.

Numerosi e ben addestrati sono i contingenti turchi ancora dislocati in Kosovo con EULEX e in Bosniacon EUFOR Althea (dove la componente di polizia militare sta dando un prezioso contributo) e con la missione civile EUPM. Dal 1° gennaio 2011, l’ambasciata turca a Sarajevo ha anche assunto il ruolo di Ambasciata di contatto per la NATO per il biennio 2011-13.

L’azione di Ankara nella regione poggia essenzialmente su tre pilastri: il riallacciamento di legami culturali, i buoni rapporti politici e una decisa penetrazione economica.

In Paesi dove i rapporti culturali e religiosi sono più solidi come Albania, Macedonia, Bosnia Erzegovina e Kosovo, anche gli scambi economici sono molto floridi. Per l’Albania, la Turchia è il terzo partner economico per esportazioni e per investimenti diretti dopo Italia e Grecia. Gli interessi sono essenzialmente rivolti al mercato dell’acciaio, dell’energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni.

Da non trascurare è anche la penetrazione culturale. Grazie alle relazioni storiche tra i due Paesi, nel 2009 è stato inaugurato a Tirana e a Scutari il centro culturale turco Yunus Emre. Tali legami sono stati cementati nel corso dei secoli. Infatti, prima dell’abolizione dell’ordine dei giannizzeri nel 1826, molti gran visir erano proprio di origine albanese.

Per ultimo, non si deve trascurare il dato religioso nella misura in cui la maggioranza degli albanesi, proprio come i turchi, professa una forma di Islam assai moderata.

Ankara è stato uno tra i primi Paesi a riconoscere l’indipendenza di Pristina. L’impegno militare con la NATO prima e con la missione di amministrazione provvisoria UNMIK ed EULEX poi è stato di primo piano. I rapporti politici tra Prisitna e Ankara sono molto intensi: gli incontri al vertice tra i capi di governo e titolari dei rispettivi ministeri degli Esteri sono stati assai frequenti, soprattutto alla luce del fatto che il Kosovo è indipendente da soli 3 anni.

Più complessi sono i rapporti che legano la Turchia alla Bosnia. Il frastagliato contesto politico bosniaco, a causa della divisione del potere tra le diverse comunità imposta dagli Accordi di Pace di Dayton, rende difficile un ordinato sviluppo della politica bosniaca e anche per Ankara non è semplice inserirsi in questo gioco. … continua a leggere.


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