Kosovo/ Una visita ad una moschea musulmana di Pristina

Creato il 19 novembre 2011 da Antonio Conte

E’ il 13 luglio 2011, siamo a Pristina, abbiamo appena lasciato la Casa Museo Etnologica. Ancora due passi per la città per sentirsi dei cittadini europei. Non abbiamo avuto momenti di tensione o di particolare difficoltà. Ma siamo ancora accompagnati dai soldati, le la cosa ci fa senz’altro piacere. La sicurezza è importante, a volte la scorta è armata, non ci lasciano neanche un attimo, e ci chiedono di rimanere uniti in gruppi e di non allontanarci molto lontani da soli, e comune di rimanere sempre nel capo della loro visuale. In colonna percorriamo così alcune stradine.

Image via Wikipedia

Molti negozi sono aperti, nonostante l’ora, sono le 15:00 o poco più. Fa caldo, un bel caldo. Da soli, non possiamo entrare nei negozi e comprare, anche i rapporti con la gente sono controllati, per motivi di sicurezza è bene non agganciare discorsi con nessuno, anche se a volte qualcuno ci rivolge la parola, rispondiamo con garbo. Spesso sono ringraziamenti o cordiali saluti. La guida del Museo Etnologico che ci accompagna è molto utile, ci spiega anche se in inglese alcune cose. Anche alcuni cittadini kosovari altre volte si cono rivolti a noi in inglese. Spesso ci salutano con la mano o con un sorriso, oppure lasciandoci passare. Si nota rispetto nel loro comportamento e nel loro saluto, i soldati ci confermano che verso noi italiani hanno sentimenti di fiducia e lealtà. Segno che il lavoro svolto in questi territori dalle Forze Armate KFOR, ed in particolare italiane è stato fatto bene, nel segno della persona, dell’uomo.

Rapidamente abbiamo raggiunto una moschea musulmana, abbiamo notato diversi minareti lungo la strada fatta nei giorni scorsi. Il PAO della KFOR del MNBG-W, ci fa strada e ci propone una visita alla vicina moschea. La cosa mi incuriosisce molto, ci spiega che occorre togliere le scarpe. L’interno infatti è tutto tappezzato. E’ consigliato non entrare a piedi nudi, ma chi lo fa può lavarsi i piedi prima di entrare e/o dopo nelle fontanelle esterne al luogo dedicato al culto. Ve ne sono sempre, a molto molte belle e ben fatte. Lavarsi prima della preghiera è segno di purezza, e lo si può fare anche in parte.

Ecco, finalmente l’imam della moschea, ci accoglie fraternamente ed accompagna i nostri amici italiani all’interno della moschea, lascio la mia macchina fotografica ad uno di loro, mentre continuo a parlare con i nostri connazionali in servizio alla base, che rimangono di guardia all’esterno. Ma tutto si svolge nella massima tranquillità. Per me l’onere di una visita alla moschea è soltanto rimandato.

La visita dura pochi minuti, ma la giornata non è finita, il programma prevede ora un tour nelle vie della città.

Antonio Conte