Titolo: Caccia sul mare
Data: Febbraio 1978
Soggetto/Sceneggiatura:
Giancarlo Berardi
Disegni/Copertina:Giancarlo Alessandrini / Ivo Milazzo
Questa storia è un riuscito omaggio di Berardi al "Moby Dick" di Melville. Il protagonista assoluto è il mare, la natura e lo scontro fra questa e l'uomo.
Solo poche tavole (dodici) sono ancora ambientate sulla terraferma, a San Francisco. Si svolgono tre fatti principali. Ken si separa dal suo Kentucky lasciandolo ad un armaiolo con l'incarico di modificarlo per rendere più veloce la carica. Passerà molto più tempo di quanto creda, prima di poterlo imbracciare di nuovo.
Poco dopo Dash saluta Ken per fare ritorno a casa e, infine, Ken, abbastanza ingenuamente, soccorre una donzella cinese in apparente difficoltà e, come ringraziamento, accetta di bere del sakè.... con del sonnifero.
Il risultato è raffigurato nelle vignette seguenti.
Ken si trova imbarcato, contro la sua volontà, sulla baleniera New England e inizia così l'avventura di marinaio forzato di Ken. Berardi presenta molto accuratamente i membri dell'equipaggio, a partire dal capitano e la moglie Laura: non viene taciuta la freddezza che li separa e lo stato psichicamente debole della donna.
Il nostromo Hardy sarà un personaggio centrale nella storia, distinguendosi per la sua prepotenza e violenza. Sono subito scintille fra lui e Ken: le frustate con cui il capitano punisce il nostro per l'iniziale ribellione, non sono una pena sufficiente per Hardy, che dimostra anche il suo razzismo nei confronti di Nanuk ,il marinaio inuit che accompagnerà poi Ken nelle avventure successive.
Ken, con l'aiuto dei suoi nuovi colleghi, si abitua per gradi alla vita sulla nave e Berardi ne mostra i passi fino a quando il "montanaro" non cede alla bellezza di questo aspetto della natura che non aveva conosciuto prima. Accade nella bella vignetta che segue.
L'incontro con la preda non tarda ad arrivare e Ken partecipa alla caccia come rematore della lancia dalla quale, prima Nanuk e poi il capitano, scagliano gli arpioni letali. Il pathos del confronto è ben reso da Giancarlo Alessandrini in questa tavola.
Seguono poi diverse tavole in cui, in modo forse un po' troppo didascalico, Berardi mostra il durissimo lavoro dei marinai successivo alla cattura della balena. Trascorrono quindi mesi senza avvistarne un'altra e Ken affronta un discorso a metà fra l'ecologista e l'egualitario, aprendo gli occhi ai suoi compagni. Parole come padrone e concetti quale lo sfruttamento dei lavoratori anticipano i discorsi e la storia protagoniste del capolavoro Sciopero, l'albo che troveremo molto più avanti nella saga. L'idea di uguaglianza sembra molto più chiara e naturale all'"incivile" Nanuk, di quanto appaia ai marinai americani, pur dotati di una Costituzione che la esprime nero su bianco (da sottolineare, a riguardo, la puntualizzazione di Ken nei confronti del marinaio che, nella penultima vignetta, afferma che l'uguaglianza degli uomini viene da Dio....).
Lo scontro finale con la natura è peraltro inevitabile. Un enorme capodoglio viene avvistato: segnerà la tragica fine della vicenda...
Berardi sfodera qui il suo talento narrativo, proponendo diverse tavole in cui si alternano le scene della lotta fra i marinai e il capodoglio con quelle dello stupro perpetrato da Hardy nei confronti di Laura. Un montaggio che lascia sgomento e senza fiato il lettore.
Alessandrini dà il meglio in queste tavole molto dinamiche e drammatiche: ci fa salire direttamente sulle lance insieme ai marinai, condividendone il terrore.
Straordinaria la tavola seguente (anche se la didascalia non era necessaria...).
Tutto è perduto, o quasi... La New England sta per affondare, le lance sono state rovesciate dal capodoglio e i marinai sono dispersi: solo Ken, Nanuk e il capitano riescono a salvarsi su una delle imbarcazioni. Ken, quindi, si dimostra molto coraggioso (forse un po' troppo supereroe...) nel proiettarsi sulla nave per salvare Laura, dopo aver ucciso Hardy in un feroce duello che il nostro sognava fin dall'episodio iniziale delle frustate.
Ecco il nostro eroe mentre trae in salvo la donzella e mentre nuota come un pesce nei corridoi sommersi della nave alla ricerca, ahimè vana, di altri superstiti.
Nell'ultima tavola, i quattro naufraghi avvistano terra dopo che il capitano ha rivelato la causa degli strani comportamenti di Laura: la perdita del figlio durante la gravidanza. L'eccessiva carica melodrammatica del primo piano del capitano, viene stemperata dalla serenità dei volti di Ken e Nanuk alla vista dell'altrettanto sereno paesaggio che si prospetta davanti a loro.
Caccia sul mare è un buon albo, riuscito nelle parti di vita marinara e soprattutto nelle fasi della caccia, dove si respira il pathos del confronto fra uomo e natura. Poco attinenti, secondo me, le parti che riguardano la presunta pazzia di Laura. Infine, la prova di Giancarlo Alessandrini è decisamente migliorata rispetto alla precedente: spettacolari le scene di lotta con il capodoglio, ancora qualche incertezza nella rappresentazione del volto di Ken.