Tratto dal romanzo di Avery Corman il film narra di una moglie insoddisfatta che lascia il marito e il figlioletto. Il babbo si trasforma in mamma e conquista l’affetto del bambino, ma dopo più di un anno lei ritorna a reclamare la custodia. Finiscono entrambi per lottare in tribunale.
Anche se gran parte del film è occupato dal crescente rapporto padre e figlio abbandonato dalla madre, attraverso capricci, riconciliazioni e incontri al parco giochi, la figura centrale risulta essere quella della madre, quasi pericolosamente confusa, interpretata dalla signora Streep in una delle sue grandissime interpretazioni. Joanna non è un personaggio propriamente accattivante, soprattutto quando la vediamo ritornare dopo diciotto mesi di terapia in California per cercare di avere la custodia legale del bambino. Anche se bella, intelligente e carismatica, in Joanna cresce ferocemente la determinazione e il sospetto. Sembra essere una donna che sa sfuggire alle delusioni. Forse non è un personaggio facilmente classificabile, ma è affascinante di sicuro.
Il signor Hoffman è magistrale, in uno dei due o tre ruoli migliori della sua carriera. Si tratta di una performance delicatamente spiritosa, divertente e piena di sentimento che mai pende nel banale, uno dei più grandi pericoli nella quale può cadere un attore che deve girare la maggior parte delle scene con un bambino, soprattutto se è uno con i piedi per terra come Justin Henry (uno degli attori più giovani nominati all’Oscar).
Kramer contro Kramer è fortemente imballato, da conservarsi negli anni. Superbamente interpretato da un cast di supporto, tra cui Jane Alexander, Howard Duff, e George Coe. Benton si è guadagnato nel 1980 l’Oscar per la sceneggiatura, la regia, e il miglior film. Hoffman e la Streep invece, strameritarono quello al miglior attore e alla miglior attrice protagonista. Hoffman, che ha spesso interpretato personaggi insoliti, qui eccelle ad essere un vero professionista moderno la cui vita è riarrangiata da un bambino. Kramer contro Kramer è un film cliché che riesce a viaggiare tra i sentimenti senza una traccia di melodramma.