Chi l’avrebbe detto che in uno sperduto angolo di Rajasthan c’e’ una “muraglia cinese’” che non ha nulla a che invidiare a quella dell’altro gigante cinese.
Sono capitata quasi per caso in un giorno di pioggia a Kumbhalgarh, una fortezza sulla cima dei monti Aravali, a oltre mille metri, che sono un po’ come l’Appennino dell’India. E’ a 82 chilometri da Udaipur ed l’intera area e’ una enorme riserva protetta per leopardi, orsi, antilopi e cervi. In certi punti il paesaggio e’ quasi giurassico per la sua selvaggia bellezza.
Il forte e’ stato costruito dal Maharaja’ Rana Kumbha che doveva avere molti nemici data la massiccia fortificazione oppure semplicemente era un po’ paranoico. Destino vuole che sia stato poi ucciso dal figlio nel 1468. Poi ci sono state infinite battaglie tra i vari litigiosi governanti della regione che si chiama Mewar e che hanno dato del filo da torcere anche al potente esercito mughal.
Insomma camminando sulle mura “tanto larghe he ci potevano passare otto cavalli affiancati”, come scrivono le cronache dell’epoca, potevo sentire ancora il fragore delle armi sotto i miei piedi.
La cinta muraria - che dicono sia la piu’ lunga dopo quella cinese - e’ una serpentina e un continuo saliscendi su e giu’ tra le vallate. In alcuni punti e’ cosi’ ripida che andavo a gattoni. Ci sono alcune interruzioni dove la struttura e’ crollata, tra cui una al fondo di un precipizio dove scorreva un torrente, ma per fortuna c’era un sentiero.
Invece e’ stata un’avventura, un po’ faticosa e - con il senno di poi - anche un po’ rischiosa probabilmente per la presenza di animali nella foresta. Ma il trekking e’ stato impagabile per i panorama mozzafiato e per il divertimento di poter dire di aver percorso per intero la Muraglia cinese del Rajasthan.