L'11 settembre meno noto: Cile 1973

Creato il 11 settembre 2013 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
Qualche giorno fa, leggendo un quotidiano locale, mi sono imbattuta in un'intera pagina dedicata ad un evento spesso considerato ai margini della Grande Storia, accaduto in quella stessa data che, purtroppo, per noi è diventata il nome stesso di un avvenimento drammatico: l'11 settembre. Nel giorno in cui si ricordano le vittime del terribile attentato terroristico di New York, ricorre infatti anche l'anniversario di un'altra vicenda che ha segnato profondamente la storia di un Paese del medesimo continente. Ho deciso così di approfondire.

Assedio e bombardamento della Moneta


Dopo tre anni di presidenza da parte del socialista Salvador Allende, eletto con un'esigua maggioranza di voti rispetto al concorrente cristiano-democratico Jorge Alessandri Rodrìguez (mentre il conservatore ed ex presidente Radomiro Tomic si distanziava per diversi voti), i suoi avversari si coalizzarono nella Confederazione Democratica (CODE) per rovesciarne il governo, appellandosi ai militari e organizzando un vero e proprio colpo di Stato. Si osteggiavano, in primo luogo, la politica dei decreti di Allende, finalizzata alla rapida attuazione di riforme sociali, soprattutto sul versante della sanità e dell'istruzione, da rendere accessibili anche ai più poveri, le sue presunte velleità di controllo sui media nazionali e il favoreggiamento di riunioni anche armate dei socialisti. Durante il governo di Allende crebbe il PIL e diminuirono l'inflazione e la disoccupazione, ma la politica economica di nazionalizzazione danneggiò il mercato del rame e le esportazioni e, soprattutto, erano visti di cattivo occhio i rapporti fra Allende e il presidente cubano Fidel Castro.

Salvador Allende


Il malcontento nei confronti di Allende alimentò un primo, fallimentare tentativo di rovesciamento nell'aprile del 1973 e culminò nel il golpe dell'11 settembre nello stesso anno. Il generale Augusto Pinochet cinse d'assedio la Moneta (il palazzo presidenziale) e lo fece bombardare per via aerea; nonostante la difesa del palazzo da parte dei socialisti, Pinochet prese il potere e Allende morì nel corso dell'attacco (ufficialmente si sarebbe suicidato con una scarica di mitragliatrice). Il golpe cileno è generalmente inserito all'interno delle dinamiche della Guerra Fredda per via dei giochi di forza fra il governo USA e i governi socialisti centro-americani appoggiati più o meno velatamente dall'URSS, ma, se è chiaro che la presidenza di Allende non era ben vista dagli Stati Uniti, non è tuttavia affermabile con assoluta certezza che vi sia stata un'iniziativa della CIA in favore dei militari.
Preso il potere, Pinochet avviò una dura iniziativa di repressione delle opposizioni: torture, stupri, violenze, incarcerazioni, esecuzioni erano finalizzate a cancellare qualsiasi forma di socialismo o di simpatia per l'iniziativa di Unità Popolare, il partito di Allende[1]. Migliaia di persone vennero uccise o fatte sparire, ricorrendo addirittura alla cancellazione delle prove della loro esistenza dai registri: si tratta dei cosiddetti Desaparecidos, emersi all'attenzione della comunità internazionale grazie alle mobilitazioni di massa di madri e familiari delle vittime argentine[2]; la sparizione forzata sarebbe stata condannata come crimine contro l'umanità solo nel 1998 (art. 7 dello Statuto di Roma per la costituzione del Tribunale Penale Internazionale).

Augusto Pinochet

Il regime militare di Pinochet attuò politiche neoliberiste totalmente contrarie a quelle di Allende, decretando la fine della speranza del suo predecessore in un Socialismo democratico, e proseguì a lungo la repressione, per poi macchiarsi anche dei reati di corruzione e furto.
La caduta del regime avvenne in modo democratico, con un rifiuto della sua riconferma da parte del popolo cileno e di parte dello stesso corpo militare che aveva costituito la forza del dittatore: nel 1998 Pinochet fu arrestato. Morì nel 2006 e, se gli furono negati dalla presidentessa socialista Bachelet i funerali di Stato, non gli mancarono tuttavia le esequie militari.
Contrariamente a quanto si può pensare dalla scarsa promozione della conoscenza di questi avvenimenti, il golpe cileno ha avuto notevoli ripercussioni nelle politiche internazionali. Si è già accennato al rapporto fra la vicenda Allende-Pinochet e gli equilibri delle due grandi potenze politiche e militari, ma il timore di eccessi e derive di colori politici opposti hanno in realtà alimentato altre dinamiche occidentali: in Italia, per esempio, il golpe di Pinochet fu uno dei motivi che spinsero il Partito comunista di Belringuer alla ricerca del compromesso storico con i Democristiani guidati da Aldo Moro[3]. E sappiamo come a sua volta, questo avvenimento, abbia condizionato la vita politica e sociale italiana.
C.M.
NOTE:
[1] La drammatica situazione dei tempi immediatamente seguenti il golpe è documentata dal romanzo di Isabel Allende La casa degli spiriti, da cui è stato tratto l'omonimo film con Jeremy Irons, Maryl Streep, Winona Ryder, Antonio Banderas e Glenn Close.
[2] Le sparizioni forzate furono una caratteristica di tutti i regimi sudamericani: in Argentina le Madri di Plaza de Mayo manifestarono contro le repressioni ordinate dal ditattore Videla.
[3] M. Corte, L'Arena (4 settembre 2013).

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