L'odore salmastro della rete da pesca adagiata sul fondo della barchetta colorata di blu e rosso, attraccata lungo il molo, crea curiosi contrasti olfattivi con le eau de toilette blasonate, spruzzate copiose sui colli appena rasati di uomini in camicia di lino elegantemente sdrucita, o sulle caviglie di abbronzatissime ragazze vestite solo di corti e impalpabili vestiti di chiffon dai colori intonati alle smeralde acque di queste coste. Io, immobile tra un party lungo il mare e una barchetta pronta per la pesca, penso a metafore o allegorie da adattare alla mia situazione, come sempre. Ne trovo innumerevoli, alcune calzanti, altre incerte. Il tramonto violento e aranciato acceca, cerco gli occhiali da sole in borsa, buttati dentro senza cura, graffiati e corrosi, usati più che sfoggiati. Tastando con la mano l'interno della borsa mi fermo appena trovo la conchiglia, l'abalone, so che è lei; una parte ruvida l'altra liscia. La sento tra le mani, me la immagino, così neutra, mimetica, ruvida e irsuta, priva di colore e fascino da una parte e così liscia, luminosa, iridescente dai mille colori, meravigliosamente splendente, dall'altra. Ho trovato la metafora, la mia. La tiro fuori, la appoggio sul palmo della mano, la osservo come se non ne avessi mai visto una. La giro e la rigiro, stupendomi come una bambina tutte le volte che la magia si compie: da insignificante a meravigliosamente abbacinante.
Ci sono due tipi di avvistatori di abalone (o orecchie di mare, nome scientifico Hallotios), quelli che le scovano sul fondo del mare solo quando sono girate dalla parte iridescente e quelli che le vedono anche quando presentano la faccia mimetica, dello stesso colore degli scogli dei fondali marini mediterranei. Io appartengo alla seconda categoria, ma credo sia una questione legata all'esperienza. Ormai riconosco la forma e i piccoli fori lungo la parte bombata. L'abalone sott'acqua non deve essere cercata, deve capitare, così per caso, mentre si osserva la fauna marina, mentre si è immersi nel mare. Dei pensieri. E bisogna averne cura, la parte iridescente è molto delicata, sensibile alla luce, tende a spegnersi col passare del tempo, a diventare color latte, ad opacizzarsi. Per questo la conchiglia andrebbe tenuta al buio, dentro una scatola, e presa in mano ogni tanto con cura, per godere del suo splendore. Poche volte all'anno. L'abalone non è quotidiana, non può essere inserita nella routine di tutti i giorni, non si può tenere insieme alle altre conchiglie, dentro una ciotolina, come soprammobile. Per sopravvivere ha bisogno della propria assenza.
Esiste per te solo se ti ricordi di guardarla.
Poche volte all'anno.
Si può desumere che vi siano accanto al sole innumerevoli corpi oscuri, tali che non li vedremo mai. Questa, detto tra noi, è una allegoria; e uno psicologo della morale legge tutta la scrittura degli astri solo come linguaggio simbolico e allegorico, con il quale si possono tacere molte cose.
Friedrich Nietzsche, Per La Storia Naturale Della Morale