L’abbaglio di Feltri non ferma la “vendetta” di Libero: in prima pagina il numero del conduttore di Annozero

Da Kobayashi @K0bayashi

Almeno su un aspetto non si può dire nulla in contrario: quanto meno non è stata cercata una scusa improbabile per giustificare l’incredibile violazione della privacy, ma si è andati dritti al punto. Il problema, ovviamente, è tutto il resto, a partire dal punto stesso. Oggi, sabato 22 gennaio, Libero apre infatti la sua edizione cartacea con – tra le altre cose – un riquadro dal titolo emblematico: “Santoro dà il cellulare del Cav, questo è il suo: 348/3406101″.

E all’interno del quotidiano, nell’articolo completo, si legge anche l’ulteriore staffilata:

Non lo hanno intercettato né indagato. Però potrà provare lo stesso il brivido del contatto diretto con il pubblico. Potrà seguire lo stesso consiglio che dispensa lui al premier: “C’è poco da commentare, ci sono tante compagnie telefoniche, se il premier è preoccupato cambi numero”. Se non gradirà potrà anch’egli affidarsi a un nuovo gestore o chiedere una nuova Sim

Una vendetta in piena regola secondo l’antica (e si sperava superata) legge del taglione, nonché una mossa politicamente – ma soprattutto giornalisticamente – scorretta; eppure non è che dalla coppia Belpietro/Feltri ci si possa aspettare molto di più. Che cosa è successo, però, per arrivare a questo?

Il riferimento, evidente a chiunque stia seguendo anche solo un minimo l’ormai chiacchieratissimo caso Ruby, che vede il presidente del Consiglio indagato dalla Procura di Milano per concussione e induzione alla prostituzione minorile, è all’intervista di Sandro Ruotolo alla escort reggiana Nadia Macrì, andata in onda durante la puntata di Annozero di giovedì 20 gennaio.

(prima parteseconda parte)

Durante la chiacchierata tra il giornalista e la ragazza, infatti, la telecamera ha inquadrato per qualche secondo un block notes della giovane emiliana sul quale faceva bella mostra di se la scritta Presidente Silvio Berlusconi – 335 15004…“, con Ruotolo che copre con un dito le ultime (presumibilmente) due cifre dell’utenza telefonica del premier, da una parte per non svelarne l’esatta composizione ma allo stesso tempo dall’altra per confermare allo spettatore la verosimiglianza di quanto raccontato fino a quel momento dall’escort intervistata.

Per dovere di completezza, inoltre, va però anche detto che – come si evince dal fotogramma del video ‘incriminato’ – delle ultime due cifre almeno una, la penultima, si intravede abbastanza chiaramente e non è difficile indovinare di che numero si tratti, portando così il totale delle cifre mancanti a comporre l’intera utenza telefonica a una sola unità. A quel punto, dirà qualcuno, anche solo andando per tentativi è facile risalire in massimo 10 mosse al cellulare completo del capo del governo italiano, con tutto quello che ne può conseguire in termini di riservatezza del premier.

Ma perché, allora, Libero grida allo scandalo prendendosela con il solo Santoro? Beh, ovviamente per continuare la sua crociata di demolizione delle voci fuori dal coro, ma la malafede dei redattori di via Majno è facilmente smentibile grazie alla Rete. In particolare a un blog, NonLeggerlo, che per primo ha avuto l’intuizione di collegare quanto visto durante la puntata di Annozero a quanto risulta dalle 389 pagine di documentazione di invito a comparire inoltrate dalla Procura di Milano alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati, poi finite integralmente su Internet dopo una veloce (quanto preventivata) “fuga di notizie”.

Tra le altre cose, infatti, in quest’ultimo plico di documenti spuntava anche la rubrica di un’altra prostituta, tale Michelle De Conceicao Santos Oliveira, nella quale (sotto la curiosa voce “Papi Silvio Berluscone” – sic!) compariva anche il numero del presidente del Consiglio. I magistrati milanesi, per non far apparire l’intera utenza telefonica, avevano però pensato bene di riportare solo le prime tre e le ultime tre cifre del cellulare, per impedire di risalire al numero completo. Qui è arrivata però la trovata di Wil, il blogger autore dello spazio web NonLeggereQuestoBlog, che ha fatto due più due (anzi, 335 15004… + 335/…431) e ha diffuso la sua “scoperta” in un post.

Il tam tam della rete, da quel momento in poi, ha fatto il resto, compreso l’effetto collaterale di aizzare quelli di Libero (che evidentemente non vedevano l’ora di trovare un appiglio per distogliere ancora una volta lo sguardo da tutta la sconcertante vicenda) a distrarre la propria platea di lettori dallo scandalo vero con un finto “scandaletto” costruito a partire da un modo di fare informazione davvero meschino.


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