Immaginate un po' cosa sia convincersi, agire su se stessi, rinunciare alla diffidenza.
Non è il fluttuare quasi incorporeo, la carezzevole menzogna della gravità tra le correnti saline, il distendersi effimero delle membra a pelo d'acqua come se sotto il sole ci fossi solo tu.
Quest'abbandono è proprio il peso, la forma che lasci su un corpo elastico più o meno come il tuo, il ricadere giù, l'abbandono dei pensieri, diventare la propria zavorra senza l'inciampo dei propri sogni.
Ti riscopri padrone di te, a precipizio dentro di te, in un capitombolo innocuo.
Chissà se si fanno male le onde che si abbandonano sulle rocce o se per loro tutto sia la sabbia che scavano.