L’ABBRACCIO MORTALE #matteorenzi #berlusconi #riforme

Creato il 09 aprile 2014 da Albertomax @albertomassazza

Come previsto a suo tempo in quest’articolo, a due mesi e mezzo dall’incontro di via del Nazareno, colui che secondo l’opinione pubblica era ritornato al centro della scena, grazie alla spregiudicata operazione di Renzi, ora si dibatte nella penombra e con la coscienza (parole testuali del delfino Toti) di essere stretto nell’abbraccio mortale del premier senza possibilità di districarsi. Il potere contrattuale di Berlusconi va scemando in modo proporzionale all’aumento dei puerili e vani ricatti di Brunetta. L’elettorato di Forza Italia, comunque vada, è destinato ad essere scarnificato da Renzi, Ncd, Fratelli d’Italia e M5stelle. Se Berlusconi facesse saltare il tavolo, si ritroverebbe appiattito sulle posizioni della Lega e con la necessità di cercare il consenso in aperta concorrenza con i ben più dinamici grillini, mentre il governo potrebbe cogliere la palla al balzo per avvicinarsi, sulle riforme, alle posizioni della sinistra Pd, nella prospettiva di allargare il consenso in Senato a Sel e ai fuoriusciti del Movimento. Se, viceversa, decidesse di sostenere le riforme, di fatto finirebbe col portare acqua al mulino del governo, senza avere la possibilità di appuntarsi alcun merito per gli eventuali risultati ottenuti.

Prevedibilmente, Berlusconi cercherà di rimanere il più possibile attaccato al carro di Renzi, ma difficilmente potrà reggere a lungo il logoramento a cui sarà sottoposto, dato che la sua eclisse darà un maggiore potere contrattuale alla sinistra del Pd che già scalpita con la proposta alternativa di riforma del Senato portata avanti da Chiti e avallata da parlamentari di primo piano del partito. In questa situazione, Renzi ha il pallino saldamente in mano ed è nelle condizioni ideali per far si che dall’iter parlamentare vengano fuori, per il Senato e per il sistema elettorale, due riforme in grado, non dico di mettere tutti d’accordo, ma di convincere la maggioranza dell’opinione pubblica. Al premier, per il momento, non conviene tirare troppo la corda nei confronti di Berlusconi, in attesa che il Tribunale di Sorveglianza e ancor di più le Elezioni Europee diano maggiori elementi per valutare il reale livello di sfaldamento di Forza Italia. In termini di consenso, per l’attuale premier sarebbe auspicabile che Berlusconi facesse saltare il tavolo, sgretolando di fronte al suo elettorato più moderato quell’immagine effimera di politico responsabile che si è guadagnato con l’accordo del Nazareno.

C’è da aspettarsi, da qui alle elezioni, la pantomima di una partita a scacchi tra Renzi e Berlusconi, col premier che deve fare di tutto per far credere all’ex cav che le sorti non siano già segnate, quando invece risulta sempre più chiaro che ogni mossa si evolva inesorabilmente verso lo scacco matto per Berlusconi. La prevedibile disfatta elettorale di Forza Italia metterà la parola fine a questa strana e ambigua doppia maggioranza e allora si potrà iniziare a capire se il governo Renzi abbia, oltre al dinamismo e alla comunicativa, anche un orizzonte programmatico per andare avanti fino al 2018.



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