Nonostante gli avvertimenti degli esperti sui danni del Sole all’epidermide, in molti ci ostiniamo a rosolarci sulle spiagge, in cerca dell’abbronzatura perfetta.
All’origine di questa spasmodica ricerca di raggi UV potrebbe esserci un meccanismo di dipendenza simile a quello provocato da alcune droghe.
L’esposizione cronica agli ultravioletti stimola nel nostro corpo il rilascio di beta-endorfine, gli ormoni del benessere: sarebbe proprio questo meccanismo chimico di assuefazione che rende difficile regolare la nostra esposizione ai raggi solari.
Lo rivela uno studio del Centro di Biologia Cutanea del Massachusetts General Hospital
Lo studio identifica un meccanismo organico nella pelle, per cui le radiazioni UV causano la sintesi e il rilascio di beta-endorfine che producono effetti oppiacei, inclusa la dipendenza, attraverso lo stesso meccanismo attivato da altri antidolorifici come morfina ed eroina.
Ciò potrebbe spiegare la ricerca ostinata del sole, all’origine della crescita senza sosta di forme di cancro alla pelle.
Uno di questi è il melanoma, la forma più grave di tumore cutaneo associata alle alterazioni del DNA cellulare causate dai raggi UV.
I ricercatori hanno esposto a una dose giornaliera di raggi UV (equivalenti a 20-30 minuti sotto al sole di mezzogiorno) le schiene di alcuni topi, per un periodo di 6 settimane. La “tintarella” da laboratorio è stata calcolata per abbronzare, ma non scottare la pelle degli animali. A una settimana dalla prima esposizione, i livelli di beta-endorfine nel sangue dei topi esposti agli ultravioletti è aumentato significativamente, rimanendo alto per l’intera durata dell’esperimento.
I topi abbronzati sono risultati meno sensibili al tatto e ai cambiamenti di temperatura.
Ma la somministrazione di naxolone, una sostanza che blocca l’azione degli oppiacei, ha restituito agli animali la sensibilità cutanea, oltre a indurre in essi i classici sintomi dell’astinenza, come tremori, brividi e stridore di denti. I roditori hanno accuratamente evitato i luoghi dove veniva somministrato il naxolone, dimostrando che le beta-endorfine indotte dai raggi UV danno in effetti dipendenza.
Probabilmente il sole genera dipendenza sia dal punto di vista biochimico che psicologico.
Questo non ci impedisce di prendere le opportune prevenzioni soprattutto nei bambini, la cui pelle va particolarmente protetta dal sole.
Regole minime:
- Ricordiamoci che il solo fa anche bene. La pelle, stimolata dal sole, sintetizza la vitamina D, poco presente negli alimenti e preziosa per la crescita armonica delle ossa e per la loro salute.
- Evitare l’esposizione al sole nel primo anno di vita
- Lontano dal sole nelle ore più calde.
- Coprire la pelle con antiabbronzanti a media forte protezione
- Usare sempre un cappellino e gli occhiali da sole.
Da Focus.it