Osho Tarot
Esiste la possibilità che la mente sia in stato di meditazione. Non esiste nulla di meglio. Sapere che l'esistenza non è un'ideale conquista, ma un'acquisizione su tutti i fronti della vita, è la salda convinzione che anima il Mago come il sannyasi, o ricercatore della verità. Per entrambi è la Ricerca! Il primato di ogni dotta ragione svanito; nessuna filosofia dell'avvenire; fatalità vuole che oggi si cominci a vivere di cose nuove*.*Ricordati io non ti dirò mai come stanno le cose, ma il modo attraverso il quale tu stesso, lavorandoci, potrai avvertirle.
DISCIPLINA
“Disciplina significa capacità di essere, capacità di conoscere, capacità di imparare. Dobbiamo capire queste tre cose” (Osho)Qui intesa nel senso di “un guadagno interiore”, la disciplina è più vasta del mondo condizionato da tutte le forze contingenti, meramente esteriori e oppositive, è più veloce delle armature della ragione.Occorre sperimentare e ricercare nel profondo...Per comprendere:::
Il Mago (I)
Il Mago mostra se stesso. Vede i monimenti farsi dadi, i corni, vede le lame; varie forme... ma non guarda con attenzione. Il Tavolo è un presente scombinato, un presente limitato. Lo puoi controllare. Dobbiamo capire queste tre cose.- L'effetto, il tuo essere presente, diviene una resistenza avvertita in ogni momento della vita;
- i ricordi, i vari oggetti son simbolici, sono già (prima che tu ne sappia qualcosa) le cause di un impedimento allo svolgersi del percorso di crescita e costante emancipazione;
- son gli effetti deterioranti e deliranti di atti – questo il punto! – da Te non realmente edificati.
Niente visione di oggetti futili. Tutto è più concentrato, si condensa al centro del tuo sguardo. È primo il bagliore della meditazione.
“Quando si diventa consapevoli che qualunque cosa si faccia è senza senso, che dovunque si vada non si arriva da nessuna parte, che tutta la vita è senza significato, all'improvviso le speranze cadono, il futuro scompare, e per la prima volta si è in sintonia con il presente, si incontra la realtà faccia a faccia.” (Osho)
Allora guardo prima a me stesso, alla qualità che oggi mi contraddistingue. Da lì posso realmente partire. Per affrontare il problema e non semplicemente per tradurlo in altre parole.Dal suo centro il Mago inizia, sperimenta il germe giallo oro di ogni possibile creazione. Lo investe e lo traveste di significati. Farò lo stesso mostrandovi l'esperimento.L'ESPERIMENTO
È la cosa più semplice che abbia mai letto... L'esperimento dei 3 rammendi-tipo. L'esperimento del vuoto pensato da Marcel Duchamp. Tienilo a mente. Lo scopriremo piano piano.Primo rammendo TP
“Se un filo dritto orizzontale di un metro di lunghezza cade da un metro di altezza su di un piano orizzontale deformandosi a suo piacimento e fornisce una nuova immagine dell'unità di lunghezza.”Secondo rammendo TP
Continua il Mago:“– 3 esemplari ottenuti in condizioni pressapoco simili: nella loro considerazione l'uno rispetto ad un altro sono una ricostituzione approssimata dell'unità di lunghezza”.Terzo rammendo TP
Conclude con ironia:- “– I 3 rammendi-tipo sono il metro diminuito”.
UNA DISCIPLINA NON DISCIPLINATA
Nel nostro esperimento disponiamo di una semplicità e chiarezza quasi sbalorditiva:- un filo dritto orizzontale (un metro di lunghezza), cade:
- da un metro di altezza,
- su di un piano orizzontale.
PER CONOSCERE
Ipotizzo che Duchamp abbia veduto chiaro sul fatto che esistono due misure, corrispondenti al metro (lunghezza e altezza), e che in qualche modo costituiscano il nostro sistema di partenza: che in linea teoricadovrebbe consentire di leggere, uniformandola, qualsivoglia dinamica. E ciò accade! Continuamente lo schema definito della vita ci imprigiona. Sono le nostre paure, i pianti ed i mostri parassiti della mente ai quali ci leghiamo. Sono i ricordi e la continuità rispetto ad un passato che ancora ci condiziona. Il sistema, come ciascun “modello di gestione”, vorrebbe assicurarsi che ogni accadimento presente, diciamo ogni moto di acquisizione e repulsione dell'animo sia regolato, previsto, se non addirittura predefinito. Si gioca al presente con le mosse di un tempo che fu. Tutto ciò fa paura.Duchamp il Mago
Il Mago ti dimostra, con questa sua operina del pensiero, che il sistema fallisce, che tre volte quel mondo è astratto, e che seppur coercitivo rimane illusorio – “un'illusione talmente ridicola, che può essere giustificata soltanto dalla potenza delle sensazioni che ti angustiano” (Poe). Ti dimostra che la tua pena nel cascare – metafora della vita –, se autenticamente vissuta, ti rivela. Prima dobbiamo però comprendere e domandare: è possibile anticipare le mosse? Chi (o cosa) gestisce i nostri impulsi?Sono domande che mettono letteralmente in gioco la nostra esperienza. La vita intera.PER ESSERE
Tu credi di stare ad esempio muovendoti in una direzione ben precisa, ma l'asse, il piano sul quale transiti cambia direzione; oppure il sistema di valori che ti definisce, comincia a suggerirti un'altra strategia capace – dicono i mostri – di realizzarti la vita. Che fai? Accetti l'una e poi l'altra versione. Non è mai la tua! Ma che importa... del resto ti senti realizzato: con l'ideologia dell'amore e della carità che prima ti seduce, e dopo, l'ideologia opposta del rabbioso progresso ti acceca. Ma che importa... accettavi il sistema avito che incentiva lo scambio reciproco come matrice del commercio, e la chimera di una falsa economia monetaria ti rende oggi, alieno ai problemi del vicino. Disciplina significa capacità di essere un centro stabile, non un'astratta figura. Quelli descritti sono tutti spostamenti che coinvolgono propotentemente i tuoi/i miei atti, i tuoi/i miei pensieri. Nell'ambito di un'organizzazione globale, appunto sistemica, quelle deliranti traiettorie intaccano la tua vita realizzativa, della qualetu credi esserne il gestore a minimi livelli. Di fatto non è così. Né al vertice, né in basso potrai trovare il giusto indirizzo, perché ogni corpo il cui movimento sia provocato dall'esterno, è inanimato (Platone).L'uomo invece anziché guardarsi dentro cambia pelle, secondo l'epoca e l'accidente ideologico mostra il delirio. E i mostri di un passato anche personale, fatto di lotte, strali, riaffiorano da crisi psicologiche mai decise. “Accumuliamo follia giorno dopo giorno. È come se nella casa vi fosse immondizia e tu continuassi a nasconderla, accatastandola in un angolo. Questo sporcherebbe tutta la casa! Un giorno comincerebbe a puzzare; alla fine, non vi sarebbe altro che immondizia. Così come siamo adesso, questo è ciò che facciamo con noi stessi. Qualsiasi spazzatura vi sia nella mente, continuiamo ad accumularla. Che sia rabbia, disonestà oppure odio, accumuliamo tutto.” (Osho)Serve allora, per davvero, una reale possibilità che consenta di torcere in toto la questione; «un caso» della vita vera che non sia il dogma di una fede credulona. Una disciplina.“E che cosa ero nel secolo scorso? Mi ritrovo soltanto oggi.” (Rimbaud)PER IMPARARE
Quasi un Arcano, auto-ritratto
Duchamp è lucido, attento e irriverente. La sua mente non è una prigione, è piuttosto creativa. Dobbiamo imparare ad essere creativi, dei pazzi logici e dei meditativi. Questo mix sonda il reale. Per imparare il Mago ne fa lui stesso un modello, lui s'inventa l'esperienza, lui guarda e lascia cadere. Sul Tavolaccio vede l'Anima, piuttosto che cascar nel vano. La frase ora è cambiata. Ed è proprio cambiando attitudine, stile ed intenzione mutando che vincerai la partita. Le dannate stesse parole di ogni giorno, gli stessi maleodoranti gesta via, via. La lingua, il pensiero per questo fluidifica: per poter realizzare e poterti curare. Altrimenti è una stretta, una rigida impressione mortale quella che ti fa morire.Dobbiamo capire queste tre cose:- “La tua vita è triste. La tua mente è triste. Tu sei triste. Sei tu il responsabile della tua realtà”. Il Buddha – come suggerisce Osho – non avrebbe mai detto che “il mondo è triste”.
- “Un medicine-man non deve essere un “santo”... Deve poter cadere in basso quanto un pidocchio ed elevarsi come un'aquila... Deve essere dio e diavolo assieme. Essere un buon medicine-man significa trovarsi nel mezzo di una tormenta e non mettersi al riparo. Significa sperimentare la vita in tutte le sue espressioni. Significa fare il pazzo ogni tanto. Anche questo è sacro (Capriolo Zoppo)
- “«Non siate inquieto» disse calmo don Juan. «Non c'è nulla al mondo che un guerriero non possa affrontare. Vedete: un guerriero si considera già morto, per cui non ha nulla da perdere. Il peggio gli è già accaduto, quindi egli è lucido e calmo; a giudicare dai suoi atti o dalle sue parole, nessuno sospetterebbe che sia stato testimone di alcunché.» (Castaneda)
L'Imperatore (IIII)
Le tre archetipiche figure (il Testimone, il Medicine-man ed il Guerriero) sono i tre (III) che si vanno ad aggiungere al Mago (I), che a questo punto diviene L'Imperatore (IIII). Quel suo sguardo sospeso è pertanto focalizzato, nulla lo può distogliere; disciplinato rimane consapevole che nel gioco dei materiali psicologici sarà un giorno l'essere a sbocciare (osservate il virgulto in oro nel basso del nostro primo Arcano).MERAVIGLIA BAMBINA
Del resto non occorre fare altro che giocare: cogliere una meraviglia bambina che si libera fatalmente, rischia, compromette tutto il disegno stabilito dai secoli. Nel vero gioco le regole si inventano ad ogni colpo. “Pensare” dicevano i filosofi strutturalisti “sarà come emettere un colpo di dadi”. Liberate il pensiero creativo! E imparate a guardare.Sfogliando tra le carte antiche ho riletto una frase semplice che mi ha sbalordito; è lo stupore che mi ha fatto capire:“ Il tempo un fanciullo che giuoca spostando i dadi: il regno di un fanciullo.” (Eraclito)Non è così all'inzio.Majakovskij di Gianni Allegra
Vediamo bambini già fatti adulti, con le storture evidenti dell'uomo secolare: i suoi dogmi son le loro perversioni. Vediamo bambini resi sterili, costretti dalla miseria culturale anti-sociale (dominio dei dispositivi cellulari e capillari), anti-creativa. Altro che imparare ad essere, semmai si è costretti a resistere. Un florilegio. Eccoli i fiori del male.“La viola si snervò, scongiurando, / e d'un tratto proruppe in lacrime / così infantili / che il tamburo non resistette: / «Bene, bene, bene!»” (Majakovskij)Una forza sconosciuta che dice «Bene!», e che ti mente, crea l'illusione: ti fa quasi ammettere che un sistema possa auto-regolare ciascun “elemento portatore della differenza” (l'esperienza del singolo), semplicemente perché fondato prima di tutto, e prima di te, su di una semplice e chiara definizione degli apparati di controllo, sull'uniformità delle proposte. Gli esperimenti in questi casi vengono condotti milioni di volte al minuto, e altrettante veniamo condizionati.L'appello di Hillman nella sua Lettera agli insegnanti italiani, è non solo irriverente ma prezioso.“Con "uniformità" mi riferisco a modelli di prove, misure di intelligenza, gradazioni attraverso livelli, libri di testo uniformi, divisioni del tempo, architettura delle aule scolastiche, ecc. […]” Tutta la nostra vita è infatti già disposta prima che se ne venga a capo per davvero. Troviamo per lo più un mondo-ambiente già reso funzionale. Siamo costretti! ma il fanciullo pensiero creativo, labbra d'oro, sogna e si convince... non vuole arrendersi. Immaginate quel bambino, che non è scemo... immiginatelo capace di ragionare:“[…] la base archetipica della mente è un substrato sia di logica che di sogno, di scienza e di arte, di passato e di presente, di obiettività e di soggettività. Imparare dev’essere molteplice perché l’intelligenza è molteplice. L’imparare e l’insegnare devono seguire una varietà di pensieri. Una dimensione non va bene a tutto. Anche la nozione di "misura" può essere liberata dalla sua angusta denotazione - significati matematici e statistici - per modi che tengono conto di chi e perché e che cosa è stato misurato; per esempio, l’estetica, la narrativa, la morale o le capacità del corpo.” (Hillman)NON TEMERE!
Se all'inizio sei spaesato!? Non ti preoccupare! È quello il segno della libertà che ti immerge: non sai e smetti di sapere. Cominci ad essere.Prima, tutte le finte possibilità, molteplici e scombinate, ti venivano offerte, ma definite entro regole prestabilite. Eri, e sei ammaestrato a coglierle. Dov'è la libertà? Ora l'abbandono non più ti seduce, ma ti realizza. Solo una scelta rimane, una possibilità è la tua infinita ragione d'esistere: sei Tu!- senza noi sapere se tale ci muove, ognun per sé fedele alle proprie volizioni,
- oppure se spinti – o l'Anima spinta – a seguire direzioni improvvise, non volute e dispersive.