Magazine Cultura

L’Accademia Carrara di Bergamo ha riaperto le porte al pubblico dopo sei anni di restauri

Creato il 02 maggio 2015 da Alessiamocci

“Egli ha ora disposta una Galleria la quale fin dai suoi cominciamenti fu da Forestieri considerata come una delle migliori, o delle più copiose d’Italia.” (Accademia Carrara, Bergamo)

Era il lontano 1796 quando il conte Giacomo Carrara lasciava questo mondo e donava i suoi averi ad una fondazione, la quale portò avanti il progetto, voluto dallo stesso conte, dell’Accademia di Belle Arti Carrara. Il nobile bergamasco amava collezionare opere d’arte e quelle che oggi troviamo all’Accademia Carrara sono le sue e quelle di altri collezionisti che a loro volta donarono i loro dipinti alla fondazione.

Nel 1958 la gestione di quest’ultima è passata al Comune di Bergamo e dopo sei anni di restauri, il 23 aprile 2015, l’Accademia Carrara ha finalmente riaperto le porte al pubblico. L’inaugurazione, presenziata dal sindaco Giorgio Gori, dalle principali autorità e da tutti coloro che hanno permesso questa importante e tanto attesa riapertura, si è svolta la sera del 23 aprile. Una cerimonia e delle coreografie suggestive hanno riaperto la pinacoteca di Bergamo e la festa è proseguita poi per tutto il fine settimana e lungo le stradine adiacenti del Borgo Santa Caterina che è stato chiuso al traffico per l’occasione.

Un evento atteso da tutta la cittadinanza preannunciato da particolari video pubblicitari che vedono uomini, donne e bambini rispecchiarsi nei quadri della Carrara, da volantini sparsi per la città, nelle scuole e all’Università, dalle strade e dalle vetrine dei negozi tappezzate di immagini di dipinti della rinnovata pinacoteca.

Il restauro esterno è davvero notevole e una volta giunti all’interno, al piano terra, l’effetto che se ne ha non è da meno. L’esposizione si sviluppa su due piani per un totale di oltre 600 opere. Buona parte di esse hanno ricevuto un restauro ben visibile che ha restituito, in particolare ai dipinti, la loro originale brillantezza. Un patrimonio di prestigio con una delle collezioni considerate tra le più raffinate a livello europeo.

Visitare la Carrara è come compiere un viaggio all’interno della storia dell’arte italiana, e non solo: si va dagli inizi del Quattrocento alla fine dell’Ottocento senza tralasciare il Novecento con gli artisti più recenti.

La prima sala ci accoglie con la splendida “Madonna col bambino” del Mantegna e da qui è un susseguirsi di grandi opere d’arte più o meno note che non fanno che sorprendere l’osservatore attento: il “San Sebastiano” di Raffaello, il “Ritratto di Giuliano de’ Medici” di Botticelli, la “Madonna col Bambino tra i santi Gerolamo e Anna” di Andrea Previtali, la “Madonna del latte” del Bergognone, il “Ritratto di fanciulla con ventaglio” di Giacomo Ceruti, il “Ritratto di vecchio seduto” di Giovan Battista Moroni, i vari e riconoscibilissimi Canaletto, il “Ricordo di un dolore” di Giuseppe Pellizza da Volpeda, la statua in marmo di “Andromeda del Bernini, solo per citarne alcuni.

Ciò che però si nota dalla prima sala è lo strano percorso, contrassegnato dai numeri delle sale, che portano ad un avanti – indietro continuo mancando così di linearità e creando una certa confusione. Al primo piano si trovano delle sale con pavimenti ancora vecchi e talvolta così strette da far risultare difficile la piena fruibilità delle opere d’arte.

Nonostante ciò risultano molto affascinanti le sale nelle quali i dipinti si possono ammirare nella penombra, come coperti da un alone di mistero ed è innegabile che il patrimonio artistico del museo sia particolarmente pregiato.

Probabilmente ci si sarebbe aspettati qualcosa di più dal restauro, una maggiore messa in sicurezza dei dipinti, una maggiore interattività che permetterebbe anche ai più piccoli di avvicinarsi in modo più giocoso alle opere d’arte.

Nonostante ciò la riapertura della Carrara rappresenta un grande evento ed è inoltre l’occasione per scoprire una zona di Bergamo non così centrale ma ugualmente, se non maggiormente, bella e caratterizzata da pittoresche stradine strette e case in stile caratteristiche dei piccoli borghi.

 

Written and photo by Rebecca Mais

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :