L’accessorio che fa la differenza

Creato il 21 settembre 2012 da Scribacchina

Giorgia Todrani, in arte Giorgia: inarrivabile voce, fin dai tempi di E Poi. Tanto la sua ugola è d’oro, tanto i brani che interpreta sono dimenticabili (musica troppo leggera pei miei gusti, son brani che andrebbero bene alla Pausini; Giorgia dovrebbe aver più coraggio e traslocare definitivamente nel filone jazz-avanguardia).

Comunque.
Quest’oggi parlo della brava Giorgia non per invitarvi ad ascoltare le sue (ripeto, dimenticabili) hit, ma per confessarvi che per essa nutro una grandissima simpatia. Donna fragile, insicura, eppure piena di slanci e pronta a donarvi tutto. La vidi anni fa in concerto e m’incantò il suo porsi in maniera diretta, senza artifizii. Pronta a donarvi l’anima.
Proprio ieri mi capitò sottomano una recente intervista eseguita da uno scribacchino per un magazine di moda; non credo vi sia la necessità di specificare il tono della chiacchierata, tutta improntata su abiti, nuove tecnologie e domande sulla vita privata. Cose di questo tipo:

- Quante scarpe hai?
«Non tante»
- Il tuo look passe-partout.
«Jeans e golfino nero»
- Vai a un party. Come ti vesti?
«Tubino»
- Se vuoi fare colpo?
«Un abito luccicante, base color carne e schiena nuda».

Persa tra una domanda e l’altra, in atteggiamento catalettico, l’occhio cadde su una risposta che mi rivegliò dal coma:
- L’accessorio che fa la differenza?
«Il cervello»

Ebbene, dopo questa risposta, alla simpatia per la nota vocalist s’è aggiunta una incondizionata ammirazione: in un mondo fatto di paillettes, di pezzi di carne nuda e di apparenza, valorizzare il cervello e catalogarlo come «accessorio che fa la differenza» non è da tutti.

Per quel che mi riguarda, più che un accessorio, considero il cervello la cosa fondamentale, infinitamente più importante dell’apparenza.

Non v’è dunque bisogno di specificare che non vedrete mai foto della sottoscritta.


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