Lo scorso 11 novembre, in grande pompa magna, il Segretario dell’AIEA Amano e il Capo dell’Agenzia Atomica iraniana Salehi, hanno firmato un accordo di cooperazione. L’accordo è stato descritto in Iran come grande vittoria della Repubblica Islamica, ed è stato accolto dai diplomatici occidentali come un importante passo avanti nella risoluzione dalla crisi nucleare. Tutto perfetto, se non fosse per un piccolo particolare: il testo firmato da Amano e Salehi è praticamente “vuoto”, nel senso che non affronta veramente quelli che sono i reali problemi del programma nucleare iraniano.
Secondo quanto concordato a Teheran, infatti, l’Iran si impegna a fornire all’AIEA informazioni in merito:
- alle miniere di uranio di Gchine, presso Bandar Abbas;
- all’impianto di produzione di acqua pesante;
- a tutti i nuovi reattori di ricerca;
- ai 16 siti individuati dal regime iraniano per la costruzione di nuove centrali nucleari;
- alla chiarificazione delle affermazioni dei rappresentanti iraniani in merito all’arricchimento dell’uranio;
- alle ricerche che gli scienziati iraniani stanno portando avanti in merito alla tecnologia laser di arricchimento dell’uranio.
Qui di seguito, per controprova, inseriamo anche il testo in inglese diffuso dalla stessa Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. Cliccando sull’immagine sarà possibile accedere al comunicato stampa rilasciato dall’AIEA poco dopo la visita di Amano a Teheran.
D’altro canto, fatto grave, l’accordo non dice nulla in merito al numero di centrifughe che Teheran ha installato sinora presso Natanz e Qom, all’uranio a basso arricchimento già accumulato sinora dal regime e soprattutto in merito a quello arricchito al 20%. Su questo livello di arricchimento, il precendente capo dall’Agenzia Atomica iraniana Abbasi Davani, ha chiaramente ammesso i fini non civili del programma. Nulla, quindi, viene detto sull’accesso alla base militare di Parchin, ove il regime iraniano sviluppa il suo programma di missili balistici e soprattutto dove è stata simulata una esplosione nucleare usando le ricerche dello scienziato V. Danilenko. Purtroppo, in questo ultimo caso, anche se la base militare fosse stato inclusa nell’accordo, gli ispettori AIEA non avrebbero trovato nulla di interessante: l’Iran, come dimostrato dai satelliti, ha infatti passato gli ultimi mesi a ripulire completamente Parchin da ogni prova compromettente.
L’agenzia di stampa ISNA del 30-08-2011, con le parole di Abbasi Davani
Insomma, quello firmato da Amano e Salehi, quindi, sembra rappresentare per l’Occidente una “vittoria di Pirro”. Un placebo utile a chi vuole arrivare ad un accordo con la Repubblica Islamica ad ogni costo, anche al prezzo di lasciare intatto il programma nucleare degli Ayatollah, permettendo loro di produrre la bomba atomica nel prossimo futuro. Nel frattempo, qualcuno in Libano già pregusta gli effetti di un Iran in possesso della bomba atomica. Si tratta del deputato di Hezbollah Al-Walid Sukkarieh che, parlando ad Al Manar, ha chiaramente detto che, se l’Iran continuerà a produrre tecnologia nucleare, sarà in grado di produrre una bomba atomica tra un anno, cinque anni o dieci anni…Come si vede, i terroristi non vanno di fretta: preferiscono ingannare il mondo prima, per poi essere liberi di colpirlo dopo…(per vedere il video cliccare sull’immagine).
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