L’acquirente intelligente: auto ibrida
Fino a qualche anno fa incontrare una vettura FullHybrid in movimento, nel totale silenzio offerto dalla mobilità elettrica, era un’esperienza da “incontro ravvicinato del terzo tipo”. Ora quasi tutti ne abbiamo incrociata almeno una mentre non brucia benzina, magari senza farci neanche caso. Difatti l’ibrido sta prendendo piede e inizia a diffondersi discretamente, nonostante gli scettici e gli “haters” siano ancora la maggioranza. Buona parte del merito, se non tutto, va alla Toyota che ormai produce questa tecnologia dal lontano ’97 con l’arcinota Prius, battezzata con questo latinismo che la identifica come la prima auto ibrida commercializzata.
Le controversie sul tema dell’auto ibrida, però, sono tante e toccano più o meno tutti i punti di vista: ma al singolo individuo cosa interessa se è vero che la Toyota, per farsi pubblicità, vende un’auto ad un prezzo più basso del costo per produrla? Nulla! E ancor meno interessante è stare col calibro a vedere se una ibrida fa emettere alla fabbrica 100gr di CO2 in più per ogni auto prodotta rispetto ad una controparte a combustione… Nella solita giungla di sofismi ed elucubrazioni da bar, l’unica cosa che conta è quanta moneta sonante è in grado di far risparmiare!
Arrivati questo punto, chiunque non si senta male a sapere che un motore elettrico sta spingendo la sua auto prende una calcolatrice e inizia a strizzare allegramente i tasti, ma no, non faremo questo.
Per decidere se comprarne una si deve scoprirne il segreto: quando si parte da fermi il motore raggiunge il picco di consumo, se in questo caso interviene un motore elettrico, che prende energia dalle batterie, (che a loro volta sono state caricate in modo intelligente, ad esempio in frenata) si consuma di meno. Non ci sono strane teorie, come dire che la macchina pesa di più, quindi deve consumare di più, il punto è solo che un modulo elettrico permette di riutilizzare energia che le auto tradizionali buttano nel cestino.
Detto questo se si valuta una ibrida bisogna pensare fin da subito: “dove userò quest’auto?”. Se la risposta è in autostrada, o in tratti extraurbani senza una curva né un incrocio, allora l’ibrida deve restare in concessionario.
Il secondo pomo della discordia arriva in tema di prezzi: si dice che quello di una Prius è esagerato per un’auto senza i cerchi “da 19”, gli interni in pelle o senza il prestigio di un marchio come Volkswagen (per dirne uno a caso). Non è vero! Ormai l’ibrido è accessibilissimo, con prezzi di gran lunga inferiori alle equivalenti vetture premium, ma soprattutto permette l’immenso vantaggio di avere una sola auto in grado di consumare un’inezia in città, garantendo spazio in abbondanza, e che in autostrada si comporta come qualsiasi altra, sia come dinamica che come consumi. Il principale bonus dell’ibrido è solo questo, infatti: è in grado di sostituire, contemporaneamente, una citycar e una media, ad un prezzo ragionevole e con un costo di mantenimento molto più basso. Come si può bistrattare tutto ciò?