L'acuto vitale del genietto di Orange

Creato il 06 settembre 2011 da Presidenziali @Presidenziali
Michel Petrucciani - Body & Soul è un piacevole documentario (dal titolo, nella sua semplicità, azzeccatissimo) sulla breve e intensa vita di uno dei più grandi pianisti jazz di sempre. Petrucciani omino eccessivo, gravemente malato di un'acuta forma di osteogenesi imperfetta che lo ha reso fragile scheletricamente è morto a trentasei anni nel '99, lasciando una montagna di musica e performance indimenticabili, qualche moglie che lo ricorda con affetto e simpatia, una valanga di amici e un figlio non si capisce quanto contento di esserlo. Il documentario girato da Michael Redford è chiaramente virato all'esaltazione del personaggio e uomo Petrucciani, artista totalmente devoto alla sua arte, alla musica, a quel piano che sembra chiamarlo ancor prima di averne saggiato i tasti, e ne tratteggia comicamente ma non per questo in maniera poco seriosa i lati più esagerati e il suo grande amore per la vita e per la musica appunto. Di fatto il film, narrato in maniera cronologicamente standard (si parte dalla nascita per finire alla prematura morte), è tutto un lungo assaporare le gioie, i peccati, e le piacevolezze (sicuramente vivide e profonde) dell'esistenza di questo artista minuto e scoppiettante, raccontate di volta in volta dai suoi più cari amici e collaboratori, dalle sue devote mogli (ogni volta scaricate in malomodo, ma in sala si ride lo stesso), dalla sua famiglia e da suo figlio, figura misteriosa (compare poco ma lascia il segno). Ne esce un documentario domestico, poco tecnico, girato con il cuore, per il cuore dello spettatore. Vengono volutamente tralasciate le testimonianze strettamente musicali, per indugiare lo sguardo sulle emozioni (scolpite nel viso di Michel come in quelle della gente che interagiva con lui). Petrucciani si esalta così ad artista se vogliamo un po' hyppie (anche per il taglio registico volutamente 70s della storia) emblema di un fare, energico e distruttivo; difatti, gli eccessi più la malattia lo hanno precocemente stroncato, ma sempre pronto a mettersi in gioco, a provare, nella spasmodica ricerca vitale, nascosta tra gli acuti di un accordo o negli angoli di una polverosa New York City, attivo e intraprendente avventuriero, accortosi si e no della malattia che lo ha afflitto. Chi lo conosceva (musicisti in primis) adoreranno probabilmente questo film unidirezionale, chi non lo conosceva, apprezzerà quel tocco leggero e quasi fiabesco con cui vengono narrate le gesta di quest'omino geniale che ha solcato indelebilmente il tracciato di un'era musicale priva tutt'ora di un talento così cristallino e sicuramente irripetibile.
voto: 6.5

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