Crozza ci regala una serie di chicche degne della chiusura del talk show di RaiTre cominciando con :” Giova, è l’ultima puntata, quante ne abbiamo passate, ora siamo allo scandalo della P4, faceva così schifo la P3? A me andava benissimo anche la P2″…e finendo con : Giova, se vuoi il prossimo anno fallo fare a Masi e Bisignani”! Nel mezzo, l’analisi sulla lega:”Meno male che c’è stata Pontida, più che un raduno della Lega a Pontida è stato un comizio, tristissimo, tanto clamore per dire le stesse cose, gli stessi temi e a forza di cantare Va Pensiero…il pensiero è andato via veramente!”
Speriamo che la prossima stagione televisiva Crozza abbia qualche argomento in meno per la sua satira, anche se dovremmo rinunciare a qualche risata, in compenso significherebbe che il nostro amato Paese si sta risvegliando per davvero.
Nell’attesa di un autunno migliore, si passa al governo con un servizio dedicato a Berlusconi, al suo discorso e alle promesse più volte dette ma ancora non rispettate. Un discorso declamato pacatamente, privo dell’enfasi oratoria a cui ci aveva abituato negli anni, un piano “impegnativo”, una lista della spesa con le solite cose da fare che ormai gli italiani conoscono e a cui non credono più. Un ritornello memorizzato: riforma fiscale, della giustizia, costituzioanle, stabilità e piano del Sud, forse si è scordato il ponte di Messina e la Reggio Calabria Salerno! Spietato il commento di Anna Finocchiaro: “Il discorso del premier non solo è stato ripetitivo ma letto anche con tono svogliato, come se neppure lui ci crede”.
Il tratto paradossale della situazione è che nonostante il guidizio espresso dalle recenti elezioni, è come se tutto si fosse magicamente bloccato, come se avessimo ibernato dentro al Palazzo una maggioranza e fuori il popolo impegnato nella vita che attende il piano politico risolutivo che cambierà una situazione insostenibile. Noi ci siamo allontanati dal consenso al governo e ancora si da fiducia al progetto annunciato dal Presidente del Consiglio, allora cosa fa testo? La volontà popolare? Il voto ostile non conta? Il malumore dichiarato non ha effetto? Dove è finito il dovere di rispettare le aspettative del popolo? Lo scollamento è evidente ma questi governanti sono miopi, la situazione è drammatica eppure ascoltiamo ancora le parole di Berusconi. Un Paese fermo da 17 anni, con generazioni che si sono susseguite e con la classe dirigente che oggi parla alle “sedie vuote”.