L'Africa in Italia /Le agromafie

Creato il 03 aprile 2014 da Marianna06

Un esauriente articolo-inchiesta di Valeria Teodonio, su la Repubblica  di ieri (2 aprile), reperibile anche online, ha messo il dito nella piaga in quello che è il fenomeno di sfruttamento che si perpetra, ormai da parecchi anni, nel nostro Paese e a danno di tanti  poveri Cristi, provenienti dall’Africa ma non solo.

Parlo della manodopera  dei campi.

L’articolista racconta la storia  personale di un giovane indiano del Punjab, che sgobba nelle campagne del Lazio (Latina), sottopagato, sfruttato (come più non si può) e quasi  timoroso di perdere  quel cosiddetto “lavoro”,che gli dà il pane ma che gli spezza la schiena almeno 12 ore al giorno. E con ogni tempo.

E ci sono accanto a indiani (ci ricorda la Teodonio ) anche africani e, addirittura nel civilissimo nord-est, che blatera di deliranti secessioni, anche moltissimi  rumeni e albanesi.

L’Africa (in prevalenza Centro e Nord), come ben sappiamo ( e talora ce lo ricordano le cronache dei “media” al tempo delle raccolte dei pomodori o delle arance),è presente, invece, specie nelle campagne del meridione italiano e delle isole.

Risparmiandoci tutto quello che sta a monte, e cioè l’enorme sforzo economico e i ricatti e gli strozzinaggi subìti per pagarsi il viaggio da chi è in cerca di lavoro e di dignità, il nodo della questione, che poi è “mafia”, mafia dai colletti bianchi e mafia di scagnozzi, che si prestano a fare da trafficanti di carne umana, è quello di rendere di assoluta trasparenza, a casa nostra (12 sono le regioni indagate di paraschiavismo da inchieste sindacali e 22 le province), il mercato del lavoro in agricoltura.

E lo si deve fare assolutissimamente. E occorre farlo con un occhio attento ai numeri.

Secondo la Coldiretti, in Italia, su un milione e duecentomila addetti all’agricoltura, un quarto sono stranieri. E per l’Istat il 43% è lavoro sommerso e, quindi, fortemente ricattabile.

C’è una proposta di legge- come riferisce l’articolo della Teodonio- del Flai Cgil insieme ad altri sindacati di categoria della Cisl e della Uil.

Dunque che  essa divenga legge. E che lo divenga al più presto

E’ una consuetudine terribile, umanamente parlando,  che certamente rende più ricco chi è già  ricco di suo, ma lede in profondità la dignità umana e non solo quella di colui che è in condizione di minorità .

Per di più il 72% di queste persone ( uomini e donne), secondo le statistiche, contrae malattie legate allo sfruttamento da lavoro  senza neanche la possibilità di poter accedere poi, nella maggioranza dei casi, a cure mediche.

    a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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