L'Agenzia che non serve più

Creato il 22 agosto 2011 da Danemblog @danemblog
Sebbene il referendum di poco più di un mese fa, abbia spazzato via lo spettro del ritorno alla produzione di energia nucleare, in Italia resta ancora funzionante l'Agenzia per la Sicurezza Nucleare. Circostanza quantomeno singolare. L'unico che ultimamente ha provato a dire qualcosa in merito, è stato Tonino Di Pietro, che con l'IdV ha presentato un proposta di legge per scioglierla, proponendo di accorpare le eventuali incombenze e compiti rimasti sul campo - dopo la bordata referendaria, appunto - al Ministero dell'Ambiente (come sarebbe giusto) oppure a quello dello Sviluppo Economico (va bé...va bene uguale).
Neanche a dirlo, la proposta è stata bocciata. Anzi, il Presidente dell'Agenzia, l'insigne Professor Veronesi - che evidentemente ha bisogno di arrotondare il suo stipendio con l'obolo presidenziale - ha dichiarato:
Io non ho nessuna voglia di dimettermi. Mi hanno fatto notare che l’Europa valuta la sicurezza nucleare in termini globali. D'altra parte non è che noi, finché non abbiamo centrali, siamo più sicuri di chi abita a Lugano, dove invece le centrali ci sono.

Centrale Nucleare

La dichiarazione, offre più spunti: innanzitutto si parte da quel "finché non abbiamo le centrali". E' l'avverbio temporale l'aspetto inquietante: che significa finché? Vuol dire che nonostante la volontà e gli sforzi popolari, magari un giorno...
Poi, un'aspetto polemico: non si diceva che le centrali sono sicure? Adesso tutto d'un tratto diventano un pericolo latente - e infatti lo sono - che ci bussa alle porte dei confini? E se le avessimo messe nel soggiorno di casa, allora?
Infine un dettaglio che forse sfugge al Prof. Veronesi.
Lo scopo per cui fu creata con l'art.29 della legge 23 luglio 2009, n. 99 come si legge nel punto 1 è
L'Agenzia svolge le funzioni e i compiti di autorità nazionale per la regolamentazione tecnica, il controllo e l'autorizzazione ai fini della sicurezza delle attività concernenti gli impieghi pacifici dell'energia nucleare, la gestione e la sistemazione dei rifiuti radioattivi e dei materiali nucleari provenienti sia da impianti di produzione di elettricità sia da attività mediche ed industriali, la protezione dalle radiazioni, nonchè le funzioni e i compiti di vigilanza sulla costruzione, l'esercizio e la salvaguardia degli impianti e dei materiali nucleari, comprese le loro infrastrutture e la logistica.
Da nessuna parte c'è scritto che deve anche ottemperare al compito di gestire eventuali emergenze derivanti da disastri nucleari. Condizioni a cui fa riferimento Veronesi - ed alla conseguente necessità di sicurezza - quando dichiara di non volersi dimettere. Stringendo, dunque, le funzioni rimaste sono ben poche, visto che il grosso riguardava la progettazione tecnica e logistica, la regolamentazione, e la vigilanza, sui nuovi impianti. Dato che di nuovi impianti non ce ne saranno, non ci sarà nemmeno la necessità del rilascio di autorizzazioni e conseguenti controlli sulla sicurezza degli impieghi. Resta soltanto l'annosa questione della gestione dei rifiuti ancora presenti in Italia: argomento scabroso, ma gestibile dall'interno del Ministero dell'Ambiente - a mio umilissimo parere.
Per di più va ricordato, che le previsioni di spesa e stanziamenti per l'Agenzia si aggiravano intorno ai 500mila euro per il 2009, 1.5milioni nel 2010 e 2011, con misure correttive dell'ordine dei 250-500mila euro. Tra questi rientra anche il sopracitato obolo per il Presidente e per i componenti del consiglio, deciso direttamente dal Premier con decreto diretto, del quale non c'è traccia in internet.
A proposito del Presidente poi, vorrei citare anche la lettera che Milena Gabbanelli scrisse circa un anno fa al CorSera, in cui esprimeva profonde perplessità in merito alla nomina di Veronesi - condividendo in pieno quelle perplessità.

Presiedere l’agenzia per il nucleare vuol dire affrontare problemi di carattere tecnico, elaborare i regolamenti insieme ai commissari, dare il parere sui progetti, verificare il rispetto delle regole e prescrizioni a cui sono sottomesse le installazioni. Un lavoro certamente a tempo pieno, meglio se subordinato a una competenza specifica, più che a una passione.
Siccome il Prof. Veronesi cita il modello francese, saprà che la loro agenzia (ASN) è diretta da Jean Christophe Niel, 49 anni (laureato in fisica teorica che ha ricoperto incarichi di vertice nel controllo sul ciclo del combustibile e dei rifiuti, ed è stato per anni capo del dipartimento per la sicurezza dei materiali radioattivi). Il presidente è Andrè-Claude Lacoste, 69 anni, ingegnere, da 17 anni con incarichi direttivi nel settore sicurezza nucleare.
Il Prof. Veronesi ha poi espresso un’opinione sul fattore rischio (oggi calcolato quasi vicino allo zero), che sembra non tener conto dei cosiddetti piccoli incidenti quotidiani, riportati da tutte le Agenzie, che si verificano proprio in Francia; per non parlare delle basse emissioni permanenti degli impianti, come dimostra lo studio del Prof. Hoffman ordinato dalla Cancelliera Merkel.
Parlare invece di nucleare come l’alternativa più valida al petrolio è solo suggestivo, poiché il petrolio serve soprattutto a far muovere le macchine e solo in minima parte ad alimentare le centrali elettriche. Infatti in Francia, Paese più nuclearizzato d’Europa, il consumo procapite di petrolio è più alto rispetto a quello italiano. Succede di essere approssimativi quando ci si occupa di troppe cose.
Milena Gabanelli
C'è un modo semplice per far venir meno questi dubbi: far decadere l'agenzia, tanto più che ormai è praticamente inutile!
Em 

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