Il servizio racconta come il termine in Italia venga ormai utilizzato per indicare una mancanza di individualità o di capacità di resistenza, dovuta alla vecchia immagine della Bulgaria come più stretto alleato dell’Unione Sovietica (molti la definirono la “sedicesima repubblica dell’Urss”). Ma il termine è collegato soprattutto agli inverosimili esiti delle elezioni dell’epoca, quando il Partito Comunista locale otteneva sempre percentuali vicine al 99 per cento, all’origine delle famose “percentuali bulgare”.
“Devo ammetterlo: ho utilizzato anche io quel termine in senso negativo – ha rivelato il giornalista del Sole 24 Ore Gerardo Pelosi, intervistato da bTV -, ma non l’ho mai collegato in alcun modo alla Bulgaria come paese o come nazione”. Pelosi riconosce che quel termine, così come utilizzato in Italia, suona offensivo verso i cittadini bulgari: “E’ come quando il termine ebreo viene utilizzato con connotazioni dispregiative”.