Quando il protervo è a corto d’argomenti, esercita prima l’offesa e, poi, se gli è possibile, la violenza. Un po’ come succede nella favola di Fedro “Il lupo e l’Agnello”.
Un po’ come quel mariuolo che dopo avere rubato a piene mani,accusava gli altri di essere stati disonesti per tentare di nascondere o di annacqualre la sua colpa, provocando gli interlocutori.
Anche nell’Web, a volte, ti ritrovi dei commenti offensivi di certi lettori che, a corto di argomentazioni valide, preferiscono liquidare la discussione con affermazioni perentorie e immotivate del tipo: “E’ impossibile parlare e discutere con chi nutre dei pregiudizi o è prevenuto come te!” Oppure” Tu non sei nessuno!” (Ma come si faccia ad interagire con nessuno, nemmeno loro sarebbero capaci di spiegarlo).
A me, in occasione di uno di questi commenti è venuto in mente la risposta di Gesù, quando venne schiaffeggiato da un servo assai stolto di Anna, il suocero di Caifa; una risposta magistrale, all’apparenza semplice, ma di una profondità incommensurabile ed ancora attuale oggi:
-” Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perchè mi percuoti?” (San Giovanni- Cap. XVIII- Versetto 23).
Ecco, con le dovute proporzioni, applicherei il Verbo del Maestro alle diverse circostanze della vita.
Invece di offendere e di aggredire il nostro prossimo, dimostriamo, con la forza dell’intelligenza, di avere ragione e di essere nel giusto.