Un libro che suscita emozioni ma anche polemiche. Raffaella Milandri è una viaggiatrice solitaria, attivista per i diritti umani dei popoli indigeni -nonchè fotografa umanitaria . E’ una figura di donna che incuriosisce, e diventa spesso oggetto di interviste e apparizioni in tv. Dice la Milandri: “I miei viaggi incuriosiscono gli altri, ma nascono proprio dalla mia estrema curiosità ” . Il suo libro, uscito a dicembre 2011, è “Io e Pigmei. Cronache di una donna nella foresta”, edito da Polaris, e parla del suo viaggio del 2011 in Camerun, presso diversi villaggi di Pigmei Bakà e Bagyeli in Camerun. (Link al booktrailer http://www.youtube.com/watch?v=5sHZgaTRPOY ) Il suo viaggio è una esperienza estremamente spartana fisicamente ed umanamente: i Pigmei sono vittime della deforestazione e nessuno si prende cura di loro.
Hanno fame, sono schiavizzati, picchiati e brutalizzati; non vivono più nelle loro amate foreste ma, a causa di deforestazione e anche del WWF (!!) giacciono in ghetti-accampamenti ai lati delle strade a fianco ai villaggi bantu, senza diritti, senza carta d’identità. La pandemia di case missionarie e ONG non sembra affatto portare conforto al Popolo della Foresta, un popolo pacifico all’ennesima potenza. “La situazione dei Pigmei ? davvero da mettersi le mani fra i capelli, e raggiunge vette impensabili di violazione dei diritti umani. Sono esseri umani, sono miei fratelli, e mi hanno affidato un appello importante, che divulgo attraverso questo libro e attraverso conferenze ” . Chiediamo a Raffaella Milandri come è stato per lei questo ennesimo viaggio, dopo Tibet, Botswana, Australia, Nepal e le tribù primitive dell’Orissa : “Il viaggio in Camerun per me è stato davvero duro, come dico nel titolo di un capitolo del mio libro ‘Non è un paese per vecchi’ .
Ma mentre arrancavo fino ai confini del Congo, mi rendevo conto che stavo raccogliendo una testimonianza importantissima, e che dovevo tornare a casa per condividerla. Il Progresso inteso come civiltà europea travolge e spazza via questi dinosauri umani, questi popoli che fino a pochi anni fa vivevano nella foresta, incontaminati, con la loro cultura e le loro usanze uniche”
Dice Raffaella Milandri : “Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l’animo dei popoli”. Fotografa umanitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, viaggiatrice solitaria, si dedica alla fotografia intesa come strumento di sensibilizzazione, denuncia e comunicazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali . Con particolare attenzione ai popoli indigeni.
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