L'alba degli Zombie, in libreria

Da Zombie Knowledge Base
Il 21 Aprile un nuovo volume dedicato al papà degli Zombie, George A. Romero, invaderà le librerie. Continuate nella lettura per scoprire tutti i dettagli sul libro L'alba degli Zombie - Voci dell’Apocalisse: il cinema di George Romero e leggerne il Prologo in anteprima!!
La cover del libro L'alba degli Zombie
Ecco a voi, in attesa di una nostra recensione, la scheda ufficiale del volume:
L’ALBA DEGLI ZOMBIE
Voci dell’Apocalisse: il cinema di George Romero
Con un’intervista esclusiva a George Romero di Paolo Zelati
Autori: Danilo Arona - Selene Pascarella - Giuliano Santoro
Editrice: Gargoyle Books
Data di pubblicazione: 21 Aprile 2011
Prezzo: 17,00 €
Pagine: 266, brossura
ISBN: 978-88-89541-59-3
IL LIBRO.
Il biennio 2011-2012 viene salutato come la nuova stagione dei morti viventi. Che spetti agli zombie il compito di traghettarci verso l’attesa apocalisse del dicembre 2012? Di certo nessuno se lo augura sul serio, ma chi, meglio dei non-morti di George Romero, può aspirare al titolo poco ambito di “araldi dello sterminio”?
A più di quarant’anni dalla uscita deflagrante del film La notte dei morti viventi - mito di fondazione dello zombie post-industriale - non si placano le passioni e le “fameliche” aspettative dei fan. Né diminuiscono film, libri e serie Tv. Una nuova “alba degli zombie”, sperando non sia l'ultima, sta sorgendo.
La presente opera ambisce a connotarsi come summa sull’esalogia romeriana dei living dead, proponendosi come punto di riferimento per appassionati, ricercatori o semplici curiosi. Il libro ripercorre la storia, dal 1968 a oggi, dei film suddetti e delle innumerevoli ricadute della mitologia dello zombie in campo culturale e cinematografico, con una messa a fuoco particolare sull’orizzonte socio-politico del non-morto e delle sue tante rivisitazioni nella fiction. Una paura che continua a materializzarsi nel luogo classico del trauma collettivo: il cinema.
Romero durante le riprese de Le cronache dei morti viventi
(Diary of the Dead)

GLI AUTORI.
Danilo Arona (Alessandria, 1950) è giornalista, scrittore e critico cinematografico. Dal 1978 a oggi ha firmato oltre venti titoli tra saggi di cinema, inchieste sul lato oscuro del sociale e romanzi horror. Nella sua produzione più recente spiccano: L’ombra del dio alato, La stazione del dio del suono, Palo Mayombe, Cronache di Bassavilla, Black magic woman, Finis terrae, Melissa Parker e l’incendio perfetto, Santanta, Pazuzu, L’estate della paura (Gargoyle 2009). Il suo sito web è www.daniloarona.com
Selene Pascarella (Taranto 1977), laureata in Scienze della Comunicazione con una tesi sul cinema italiano dell’orrore e del fantastico, è giornalista dal 2005. Collabora con il settimanale Carta, per il quale cura una rubrica dedicata alla fiction seriale televisiva. Suoi scritti sono usciti nell’Annuario di Poesia curato da Giorgio Manacorda (Castelvecchi, 2001), ha pubblicato il racconto Mondovisione all’interno della raccolta Tutto il nero del Piemonte (Noubs, 2007) curata da Danilo Arona.
Giuliano Santoro (Alatri 1976), giornalista, fa parte della redazione del settimanale Carta dove si occupa di politica e società. Suoi articoli sono stati pubblicati su Il manifesto, Il Messaggero, Il Quotidiano della Calabria, Il Ponte, Posse. Suoi contributi sono apparsi in Mercenari: il business della guerra a cura di M. Bulgarelli e U. Zona (Nda Press, 2004) e nell’antologia Stranieri! (Manni, 2004).
Da L’alba degli zombie:
Come i seguaci degli antichi culti misterici, gli zombie romeriani mangiano le membra dei vivi per incorporare e prolungare l’immortalità di cui stanno già godendo, essendo per l’appunto risorti. […] aldilà dell’efficacia rappresentativa, lo zombie perturba. È quasi come uno specchio. Io posso pure ucciderti caro zombie, ma ogni volta che lo faccio, muoio anch’io un passo alla volta.
Danilo Arona - “Il calendario dei morti viventi”
Hanno detto:
Una delle cose che ho sempre pensato di comunicare attraverso questi film è che “loro”, gli zombie, non sono altro che “noi stessi”. Loro erano come noi e ora, forse, sono solamente una nostra variante.
GEORGE A. ROMERO
Costringendo il pubblico a sedersi e riconoscere lo zombie per quel che era veramente, Romero ha sfidato la nostra comprensione del mostruoso e i nostri convincimenti consolidati sulla finalità della morte.
JAMIE RUSSELL
Quando all’Inferno non ci sarà più posto,
i morti cammineranno sulla Terra…
Dal film Zombi di George Romero

Romero e la ex-moglie, Christine, in un cameo nel film Zombi (Dawn of the Dead)
Quello che segue è il prologo del volume, che ci è stato gentilmente concesso dalla Gargoyle Books:
Prologo
Perché una nuova alba
Il biennio 2011-2012 è, a quanto ci raccontano, la stagione dell’Apocalisse. Per qualcuno l’ultima per il pianeta... Quanto meno in letteratura e soprattutto al cinema. Che la fantasia senza freni di scrittori, sceneggiatori e registi sia poi in grado di traghettarci verso l’annunciata fine del mondo del dicembre
2012 non è argomento che possiamo qui dibattere. Il dato certo è che stanno per piombarci addosso dagli schermi piogge di alieni cattivissimi e orde di zombie, mai così tanti e mai così famelici.
Esprimiamo una convinzione: per quanto mefitici possano essere gli alieni, mai potranno raggiungere la “perturbanza” degli zombie. Chi meglio di questi ultimi nelle vesti stracciate degli araldi del Giorno del Giudizio?
Qualche appetitoso titolo di film in uscita in previsione. World War Z, Resident Evil 5, Zombieland 2, War of the Dead, Zombie Apocalipse: Redemption, Zombie Undead, Abercrombie and Zombie, L.A. Zombie, Zombiefield, Post Mortem: America 2021, Infected, Dead World, Stephen King’s Cell, Pride and Prejudice and Zombies, Zone 261, REC Genesis e un sacco di altri in pre o post-produzione. Sono perfino previste due opere di autori italiani: Eaters di Luca Boni e Marco Ristori, prodotto da Uwe Boll, e Undead Men di Alessia Di Giovanni e Daniele Statella. Un’invasione filmica alla quale fanno da contrappunto in libreria: Apocalisse Z di Manel Loureiro, Breathers. L’Anonima zombie di Scott G. Browne, The Zombie Code di Marc Raby, Dawn of the Dreadfuls di Steve Hockensmith, Paul is Undead: The British Zombie Invasion di Alan Goldsher, e l’annunciato The Living Dead che dovrebbe essere redatto da George Romero in persona.
Quel che sembra non smentibile – e nelle pagine a seguire ne troverete parecchi riscontri – è che gli zombie stiano lottando come mai prima d’ora per sostituire i vampiri nel cuore dell’industria culturale dell’horror contemporaneo. Un fatto non si discute: i vampiri, quanto meno le loro ultime versioni
mascherate, sono migrati in gran numero in altri territori. Creando nuove tipologie di pubblico. E riconquistandone altre insospettabili. Una lotta stimolante e proficua, senza dubbio, per noi cultori della paura.
La fascinazione vampirica, lo sappiamo bene, è in atto da anni. La saga di Twilight, ideata da Stephanie Meyer, ha prima entusiasmato milioni di giovani lettori e poi trascinato altrettanti spettatori al cinema. Ma questa è soltanto la punta dell’iceberg. A tale neo-vampirismo che accorpa un mito antichissimo alle dialettiche in evoluzione del mondo degli adolescenti – in verità costruito con grande scaltrezza da un marketing insolente – dobbiamo aggiungere più d’una serie televisiva, collane erotico-sentimentali all’interno delle quali si sono aperte intere sezioni dedicate ai vampiri-stalloni nonché riconfigurazioni di generi e tendenze da cui pare bandito il legittimo termine “horror” (urban fantasy, paranormal romance, new gothic for young adults), in grado di estromettere di fatto l’affezionato cultore del genere che non si riconosce più in tali ibridazioni narrative. Tuttavia, la diatriba sullo sfondo si porta dietro delle piacevoli ricadute, come testimonia una cospicua parte del catalogo della casa editrice Gargoyle, dedicato a figure vampiriche più vicine all’archetipo (ad esempio, la saga di Varney il vampiro) o a straordinarie varianti moderne, come alcuni romanzi di Dan Simmons e Robert McCammon (Danza macabra, Hanno sete).
Come insegna la storia del mondo, tra i due litiganti un terzo gode. A più di quarant’anni da quella rivoluzione che fu La notte dei morti viventi di George Andrew Romero, opera che costituisce il mito di fondazione dello zombie post-industriale, una nuova Dawn of the Living Dead sta dunque sorgendo.
Il volume si immerge in essa cercando di fotografarne l’ampiezza, l’impatto e la portata e interrogandosi, attraverso il binario doppio dell’analisi del contesto politico e della sfera della comunicazione tout court, sui cambiamenti di cui questa “nuova alba” è testimone e i mutamenti che porta con sé.
Che genere di creatura è il “ritornato” i cui occhi ci fissano se osiamo gettare lo sguardo nel suo abisso? Quali conflitti della società incarna, su quali territori dell’immaginario si muove? Perché si impone, dalla narrativa alla lotta politica, una figura di zombie allo stesso tempo classica e rivoluzionaria, e attraverso quali lenti possiamo leggerla criticamente? Queste alcune delle domande cui tentiamo di rispondere, non perdendo mai di vista l’oggetto primario della nostra indagine: la Dead Saga di Romero.
Partendo da un presupposto: il non-morto presenta caratteristiche del tutto attuali e aggiornabili. Le condizioni che attraversano la composizione sociale del lavoro e della produzione, la sua mobilità, la sua capacità di forzare i vincoli e di subire forme di sfruttamento al tempo stesso ipertecnologiche
e schiavistiche preparano il terreno per il suo riemergere dal sottosuolo con forze prima sconosciute. Pronto a una lotta per la sopravvivenza e l’autoaffermazione che per i vivi suona come una minaccia globale e permanente.
Il nuovo millennio si è aperto con una chiamata alla guerra frontale che si sarebbe dovuta concludere con l’annientamento di uno dei due fronti ma che ha finito per perdersi in mille rivoli di guerriglia, di combattimento simbolico, di assimilazione turbolenta. È questo il campo di battaglia dello zombie.
L’invasione di ritornati dalla tomba è una marea lenta che sta dilagando. La sua potenza metaforizzante è ampia. Pensiamo solo al migrante e a quanto la sua figura barcollante e sperduta richiami quella dello zombie, e viceversa. Pensiamo al contagio. Al classismo. Alla schizofrenia sociale. Soprattutto, alla paura del confronto – l’attimo che forse precede lo scontro ma che è anche in grado di preludere alla pace –, quella paura che si materializza nel luogo ormai classico della rielaborazione del trauma collettivo – il cinema – e in nuovi format nella sfera 2.0.
Ciò che intendiamo proporvi è un viaggio nei territori del contagio non ancora esplorati. Trovandovi di fronte a una triade di autori, intendiamo con onestà avvertirvi che esiste la concreta possibilità, qua e là nelle pagine seguenti, di riscontrare piccole ripetizioni solo all’apparenza superflue all’interno di ragionamenti non eludibili. Oppure, la sensazione che in pochissimi, ma necessari, casi le opinioni degli autori non siano sempre così linearmente convergenti. È un rischio fisiologico, dato il nostro credo nella democrazia e nello scambio dei pareri.
A questa esplorazione della Dead Saga ordita da Romero nei sei film che ci accingiamo a raccontare, abbiamo invitato un grande studioso del cinema fantastico, Paolo Zelati, che di George è amico e cultore. Grazie a lui per essere dei nostri e per averci fatto dono, da par suo, di un’intervista affascinante.
[Fonte: Gargoyle Books]

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :