L'alba degli zombie
di D.Arona, S.Pascarella, G.Santoro
Gargoyle Books editore
266 pagine, 17 euro
Il biennio 2011-2012 viene salutato come la nuova stagione dei morti viventi.
Che spetti agli zombie il compito di traghettarci verso l’attesa apocalisse del dicembre 2012?
Di certo nessuno se lo augura sul serio, ma chi, meglio dei non-morti di George Romero, puo' aspirare al titolo poco ambito di 'araldi dello sterminio'?
A piu' di quarant’anni dall'uscita deflagrante del film 'La notte dei morti viventi', opera che costituisce il mito di fondazione dello zombie post-industriale, non si placano le passioni e le 'fameliche' aspettative dei fan. Né diminuiscono film, libri e serie Tv.
Una nuova 'alba degli zombie', sperando non sia l'ultima, sta sorgendo.
La presente opera ambisce a connotarsi come summa sull’esalogia romeriana dei living dead, proponendosi come punto di riferimento per appassionati, ricercatori o semplici curiosi: la storia, dal 1968 a oggi, dei film suddetti e delle innumerevoli ricadute della mitologia dello zombie in campo culturale e cinematografico, mettendo a fuoco l’orizzonte sociopolitico del non-morto e delle sue tante rielaborazioni nella fiction. Una paura che continua a materializzarsi nel luogo classico del trauma collettivo: il cinema.
Accanto ai saggi complementari di Danilo Arona, Selene Pascarella e Giuliano Santoro, un’intervista esclusiva a George Romero a cura di Paolo Zelati.
Commento
Ve l'avevo segnalato qualche settimana fa, ora che l'ho letto posso solo confermare le buone impressioni che vi avevo confidato di primo acchito.
Okay, io sono di parte: vivo di pane e zombie, e in più una grande fetta del saggio in questione è dedicata a George Romero, il mio regista preferito, almeno finché non si rimbecillito del tutto. Metteteci anche che Danilo Arona firma un terzo del libro, e capirete che L'alba degli zombie non poteva non piacermi.
Ribadisco, onde evitare fraintendimenti, che si tratta di un saggio (e non di un romanzo) sul cinema dei morti viventi, da papà George in poi. Non mancano i retroscena sulle sei pellicole della famosa dead saga romeriana, comprendenti curiosità e chicche che nemmeno io conoscevo. Interessantissimo, per esempio, lo script alternativo di Day of the dead, che poi non venne mai utilizzato per limiti di budget. O anche il fatto che Night of the living dead rischiò di essere qualcosa di molto diverso, un b-movie che sarebbe passato probabilmente inosservato, se Romero non si fosse inventato la peculiarità dei ritornanti affamati di carne umana.
Gli autori del libro sono onesti nell'ammettere il dislivello qualitativo tra la prima trilogia del regista di Pittsburgh e la seconda, culminata con l'indecente (ma queste sono parole mie) Survival of the dead. Un film che preferirei non aver mai visto, e invece...
Ottimo anche l'approccio filosofico-sociologico della cinematografia zombesca, tracciato con mano esperta da Giuliano Santoro. Si va dall'epoca preromeriana agli sviluppi del ritornante moderno, oramai tanto diverso da quello degli anni '60. Santoro esamina alcune novità introdotte nell'ultimo decennio, come per esempio la capacità dello zombie di apprendere e parlare, oppure alla mass-mediatizzazione dell'apocalisse.
La terza e ultima parte del saggio esamina ancor più da vicino l'evoluzione dell'archetipo-zombie nel post-romerismo. Selene Pascarella cita film e libri che, di mese in mese, stanno trasformando la figura del morto vivente antropofago in qualcosa di più complesso e forse più spaventoso. Non solo, l'autrice traccia un ottimo quadro protoscientifico su una possibile “vera” zombie apocalypse. Lo fa citando la Bibbia della letteratura ritornante, World War Z, ma anche una serie di studi scientifici che dimostrano la plausibilità – teorica ma non del tutto assurda – di una pandemia non dissimile da quella raccontata nei film di Romero.
Personalmente sono ben felice di aver scoperto l'esistenza della ricerca condotta dal biochimico texano Sean Michael Ragan, Etiology of Romero-Fulci disease: The case of prions, che dimostra quanto siano i prioni a essere il più probabile veicolo di diffusione di una pandemia zombesca (PDF scaricabile qui). Il che, lasciatemelo dire, rispecchia perfettamente lo scenario del Survival Blog e di Scene Selezionate della Pandemia Gialla. Solo che lo studio di Ragan io non lo conoscevo affatto, non ai tempi della stesura del romanzo.
Bizzarro no?
Concludendo, L'alba degli zombie è un ottimo e solido saggio, immancabile per gli appassionati di genere e, perché no, ricco di ottimi spunti per nuove storie sugli zombie, o sulle loro molteplici evoluzioni o trasformazioni.