Cresce sui muri che il buio avvicina
Cresce sui muri che il buio
avvicina
l’attesa-adesso non dire nulla, ascolta
e trattieni
le onde che attraversi
nascoste sulla fronte
particelle subatomiche, informazioni, eredità:
pronunci un’idea di salvezza
la fatica delle ore, nella vena che pulsa
dietro il sipario della notte: l’istante
ed è silenzio
quando rimane da solo pulsando
sulla scrivania,
la pagina bianca
tu vegli la carezza che accorda le mattine
del convalescente
ma anche il vecchio che trascina la risata dell’estate
nelle messi, cercando un luogo
dove si fonde il concerto d’oro delle cicale
al suono esatto dell’inizio, la notizia
della vita che sale
ripercorri la parola armata
di un soldato, nell’ultimo grido
degli occhi
sanguini anche tu, colpevole
prima di nascere,
chiedi un seguito alle usate strade
della vita
la circostanza di un minuto
definitivo
hai voluto tutto, il dio ubriaco
senza patria fino all’alba macerata
sulla soglia dei bar
e vorresti ancora
cambiare corpo, una diversa sintassi del mondo,
cercare lo scambio
in una sagoma che appare
alla finestra
dove si muove il discorso
e poi resti di episodi, presagi
nei sedimenti dei bicchieri,
l’insonnia dei vetri, cercando la forma
sfocata di un destino
che chiami gli ospiti a raccolta
nella stanza.
L’attesa- adesso, speranza raggiunta
che coltiva le mani,
non dire nulla, ascolta…